Misiliscemi, nuovo Comune nato tra entusiasmo e incertezze «Avremo difficoltà, ma è un desiderio che coltiviamo da anni»  

«Facciamo parte del Comune di Misiliscemi? Almeno così sembra, ma dopo tanto parlare nessuno ci ha avvertito di cosa e quando tutto cambierà». Maria è residente a Marausa, località balneare famosa per le sue spiagge e per il Lido. Una meta ambita dai turisti che, adesso, dopo la conferma arrivata da parte del Consiglio dei Ministri, non farà più parte del Comune di Trapani. Lo scorso 15 aprile, infatti, è arrivata l’approvazione del nuovo Comune di Misiliscemi da parte del governo nazionale. Un annuncio poco successivo a quello di febbraio, quando c’era stato l’ok da parte della Regione all’istituzione di quella che sarà la 391esima città della Sicilia. Marausa, Pietretagliate, Locogrande, Guarrato, Palma, Salinagrande e Rilievo si sono accorpate per dar vita a una nuova realtà non più patrocinata da Trapani. E mentre gli abitanti attendono di sapere come sarà la prossima stagione estiva, tra le mille incertezze dettate dall’emergenza sanitaria, la curiosità per il progetto che si è concretizzato è tanta, così come altrettanti sono gli interrogativi sulle pieghe che prenderà il loro vivere quotidiano. «Siamo contenti della nascita di Misiliscemi, così come lo si è sempre per una novità, ma ovviamente ci chiediamo quali risvolti pratici ci saranno – racconta a MeridioNews – Al momento, le bollette e i documenti arrivano ancora con l’intestazione del Comune di Trapani. Ma per il futuro si sa poco e niente».

I cittadini hanno manifestato la volontà di staccarsi da Trapani dopo che, secondo alcuni, il Comune avrebbe lasciato le frazioni in abbandono. L’idea va avanti da quasi 20 anni. Nel 2018 si è concretizzata con un referendum promosso dal Comitato per Misiliscemi. L’esito è stato positivo: adesso Misiliscemi sarà autonoma e conterà 8869 abitanti. Da quando è arrivata la conferma da parte del governo, a guidare la nuova comunità sarà il commissario Carmelo Burgio, ex segretario comunale, che fino a nuove elezioni rappresenterà la neonata comunità. Il commissario avrà un ufficio in una stanza del municipio di Trapani. 

Per tutta questa fase transitoria Burgio si confronterà col sindaco Giacomo Tranchida. In questo senso, tra i tanti punti di domanda, c’è anche quella della futura competizione elettorale che dovrà eleggere il primo cittadino. Come fa notare Vincenzo: «Si diceva che saremmo dovuti andare al voto in estate, ma a causa dell’emergenza Covid, probabilmente, andremo in autunno». Lui gestisce un b&b a Pietretagliate, altra meta turistica che si popola durante l’estate. «Non riesco a immaginare elezioni nei prossimi mesi ma, soprattutto in questo momento, non saprei come si potrebbe formare anche solo un ufficio elettorale – si chiede – Tra l’altro si dovrà anche fare un conteggio degli aventi diritto al voto. Parliamo soltanto delle elezioni, figuriamoci per gli altri procedimenti burocratici e amministrativi: non so se si dovrà fare un passaggio di residenza né dove sarà l’ufficio anagrafe che garantirà il servizio». La costituzione della nuova cittadina, secondo Vincenzo, condizionerà anche i commercianti del posto. «Dovremmo pagare l’acqua al Comune di Trapani, così come la tassa sui rifiuti – sostiene – Se non si riuscirà ad assumere una ditta, credo che dovremmo dipendere sempre da loro. Non sappiamo nemmeno come ci chiameremo, né cosa succederà da qui a poco: ma credo che le conseguenze negative si percepiranno tra pochi anni». 

E se da un lato emergono incertezza e dissenso, dall’altro lato Anna, che lavora in una gioielleria di Marausa, fa notare come quello che si è realizzato sia una vera e propria utopia coltivata da oltre dieci anni. «Qui abbiamo dei bei posti che dovevano essere valorizzati: il Comune di Trapani in questi anni non lo ha fatto – osserva – Sono consapevole di un possibile aumento della tassazione, ma questo atto è stato un’input». La donna fa riferimento alla raccolta dei rifiuti. «Al momento il servizio è gestito sempre da Trapani. Qui la stagione estiva inizia a maggio, ma il Comune si prendeva cura delle spiagge solo a estate inoltrata – dichiara – Dopo il referendum abbiamo visto migliorare la gestione. Forse qualcuno si è reso conto che si doveva cambiare regime. Non so se tutto ciò sarà positivo, ma con Misiliscemi abbiamo dato atto a qualcosa di concreto». Dello stesso parere è Tore, che gestisce un bar a Rialto. «Non abbiamo delle fognature, né pulizia o scerbatura e pulizia delle strade – commenta – Io, quando verrà il momento, sono disposto a cambiare qualsiasi documento. La gestione di Trapani è stata deludente». L’accorpamento delle frazioni della città falcata è riuscito. Tuttavia, questo tentativo di modifica all’assetto del territorio non è l’unico. Dal 2005 va avanti la proposta di accorpare Trapani ed Erice. Nel 2020 il progetto denominato Grande Città sembrava potersi delineare, ma al momento rimane soltanto un’ipotesi.


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