Torna il progetto della Grande Città tra Erice e Trapani «Assurdo che molte case hanno le porte in due Comuni»

Del progetto della Grande Città, che prevede la fusione dei comuni di Trapani ed Erice, si parla dagli anni ’90. Nel 2017, l’idea fu rilanciata dall’ex senatore Antonio D’Alì nel corso della campagna elettorale per le elezioni comunali. Oggi a parlare della possibilità di fondere i due Comuni è la deputata regionale dell’Udc Eleonora Lo Curto e lo fa dopo le indagini della magistratura che hanno interessato il comune della Vetta con la sindaca Daniela Toscano che ha ricevuto il divieto di dimora a Trapani e Erice per le ipotesi di reato di calunnia e abuso d’ufficio

«Le vicende di Erice possono aprire inediti scenari sotto il profilo della governance territoriale. Torna di assoluta attualità – scrive la deputata in una nota – il tema della unificazione dei due comuni di Erice e Trapani che sono e costituiscono un unicum territoriale ancora assurdamente separato». Una proposta di cui si parla da tanto e che per Lo Curto «costituirebbe una ovvia opportunità per dare linearità all’azione amministrativa a favore dei cittadini dei medesimi Comuni». Sul tema anche i cittadini prendono posizione.

D’accordo con la fusione, ma in contrasto con le parole di Lo Curto legate alle recenti vicende giudiziarie è la ristoratrice Caterina Loria che, da anni, è impegnata anche nel comitato per la salvaguardia dell’aeroporto di Birgi. «L’idea di un’unica grande città che possa riunire i due Comuni, secondo me, è un’intuizione vincente. Da sempre i cittadini chiedono chiarezza e, soprattutto, una visione logica che si proponga di alleggerire i costi – spiega Loria a MeridioNews – unire invece di separare, accorpare invece di ramificare». Un’idea da tenere in considerazione ma che «almeno per il momento – aggiunge Loria – risulta essere un sogno irrealizzabile». 

E c’è chi, in questo senso, prova a sognare ancora più in grande. «Immagino un territorio unico che comprenda Trapani, Erice, Paceco e Valderice», dice a MeridioNews Maria Pia Erice. La donna, che in passato è stata impegnata nella politica locale, oggi continua a portare avanti diversi progetti sul territorio trapanese. «Le ultime vicende ci raccontano un territorio povero in cui la politica non investe ma diventa essa stessa reddito per chi la fa – dice Erice facendo riferimento alle recenti vicende giudiziarie – Avere un ruolo istituzionale si trasforma così in un lavoro che genera rapporti di sudditanza. Una subordinazione che serve al cittadino per superare difficoltà quotidiane e al politico per mantenere il proprio stato. Nonostante tutto – aggiunge Erice – è una catena che si può spezzare costruendo comunità consapevoli e libere e investendo in welfare». 

Per la deputata Lo Curto, la proposta della Grande Città è «una necessità avvertita anche dai cittadini: a Erice vetta abitano ormai poco più di duecento persone, mentre il resto della popolazione vive di fatto a Trapani. Un accorpamento dei territori consentirebbe un indubbio vantaggio per il miglioramento dei servizi. È incredibile pensare – continua – che oggi nessuno nasce a Trapani nonostante vi abiti, poiché l’ospedale si trova nel territorio di Erice. Così come è assurdo che molte abitazioni hanno un doppio ingresso, su due vie di cui una in territorio di Trapani e l’altra in territorio di Erice». 

Una situazione che creerebbe anche problemi di natura fiscale e di funzionalità ed efficacia dei servizi. «Questa assurda situazione, che si trascina da anni, deve trovare una soluzione definitiva in una fusione territoriale». Così Lo Curto ha annunciato che nei prossimi giorni presenterà un disegno di legge per semplificare il complesso iter previsto. «Lo stesso – ha concluso – che ha seguito il comitato per la costituzione del comune di Misiliscemi» che, nei giorni scorsi, ha ricevuto parere favorevole dalla prima commissione all’Ars. 


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