Cancelleri da viceministro: «Ct-Rg da commissariare» «Ponte sullo Stretto? Chi non cambia idea non vince»

«Come diceva Churchill, chi non cambia idea non vince mai. Voi fatemela cambiare». Giancarlo Cancelleri davanti ai giovani confindustriali riuniti a Catania si presenta in veste del tutto laica. Persino su un tema, quello del Ponte sullo Stretto, su cui il Movimento 5 stelle ha sempre alzato le barricate. «Una volta che riusciremo a fare viaggiare le merci da un grande porto come quello di Augusta verso il resto d’Europa, dovremo interrogarci se continuare ad andare a Messina per mangiare un arancino sul traghetto, o se vogliamo qualcosa di più».

Viceministro, un’apertura storica sul Ponte.
«Il mio non è mai stato un no ideologico, ma non deve collegare due deserti. Parliamone. Prima però ci sono molte cose da sistemare, a cominciare dai treni. Su alcune scelte fatte nel recente passato non sono d’accordo».

Quali?
«Partiamo dal raddoppio della Palermo-Catania. Non mi accontento di un progetto che prevede da Catenanuova a Termini Imerese, oggi ancora a binario unico, la realizzazione di un solo binario ad alta velocità lasciando così com’è quello esistente per gli scambi. A me pare assurdo essere trattati al ribasso rispetto ad altre regioni. Non si svende la dignità, non ci dobbiamo accontentare di un’infrastruttura progettata già vecchia».

La ministra alla Infrastrutture Pd Paola De Micheli è d’accordo con lei?
«Assolutamente sì. Tra noi c’è grande sintonia su questi temi. Diremo a Rete ferroviaria italiana che non siamo d’accordo e che nel prossimo contratto di servizio vanno inserite delle modifiche, non solo per la Palermo-Catania. Impegneremo Ferrovie a elettrificare tutte le tratte non ancora elettrificate. A cominciare dalla Palermo-Trapani, che vive la situazione più penosa. Così abbandoneremo finalmente le littorine a gasolio che sono un insulto alla dignità del nostro popolo. E poi, altro punto da mettere nel nuovo contratto è che ogni porto commerciale e ogni aeroporto deve essere raggiunto dai binari ferroviari. In Sicilia attualmente, su quattro aeroporti, solo Palermo ha questo collegamento ed è assurdo».

Veniamo alla Catania-Ragusa, terreno di scontro tra Cinque stelle e Pd prima di finire insieme al governo. La strada da seguire è ormai quella annunciata da Toninelli? Opera interamente pubblica e privato messo da parte?
«Il 21 ottobre saremo a Catania per incontrare tutti i sindaci, perché vogliamo lavorare fianco a fianco con loro. Serve fare chiarezza: in questo momento c’è un arbitrato risolto tra Anas e la Sarc (la società titolare della concessione e di proprietà della famiglia Bonsignore ndr). L’ordine degli ingegneri di Roma sta stabilendo il prezzo del concordato, cioè quanto vale il progetto che la Sarc venderà ad Anas. Questo è già scritto. Nel frattempo dobbiamo capire se il Cipe valida questo progetto e lo finanzia con ulteriori 400 milioni». 

Manca, insomma, ancora la parte di finanziamento che finora è stata in capo al privato. E se il Cipe non lo validerà?
«Io sono molto positivo su questo. Sto lavorando affinché questi due binari camminino parallelamente e contemporaneamente. Se ci sarà il sì del Cipe, entro la fine dell’anno chiudiamo questa fase e da gennaio apriamo quella dei bandi per l’ulteriore progettazione. È chiaro che i tempi tecnici della burocrazia si allungano e la posa della prima pietra avverrà non prima della fine del 2022».

Un tempo poco tollerabile per chi sperava di vedere partire i lavori a breve.
«C’è un’altra possibilità: quest’opera è stata definita strategica più volte anche dal presidente Conte. Allora potrebbe rientrare tra quelle soggette ai commissari straordinari. Il decreto Sblocca cantieri ne prevede 77 per altrettante opere in giro per l’italia. La Catania-Ragusa non è stata inserita prima perché era in capo a un concessionario privato. Quando passerà ad Anas, proveremo a commissariare l’opera. Questo porterebbe ad abbattere i tempi e a partire molto prima coi cantieri. È la strada che vorrei percorrere».

Sulla Siracusa-Gela torna in campo l’ipotesi di fusione tra Anas e Cas?
«Nell’incontro con Musumeci abbiamo immaginato una società di scopo tra i due enti per rilanciare i cantieri, aprendone uno nuovo a Gela, oltre a quelli esistenti che avanzano dal lato di Modica. In modo da lavorare su entrambi i fronti e accelerare. La stessa società di scopo, poi, potrebbe gestire l’intera Siracusa-Gela. E perché no, passare poi alla Messina-Catania e alla Messina-Palermo. Ne ho parlato con Simonini (l’amministratore di Anas ndr) e potrebbe essere d’accordo. Sarebbe un messaggio molto importante per il Nisseno».

Sulla Circumetnea di Catania ha annunciato un altro appuntamento, il 21 ottobre, su iniziativa dei sindaci, per rilanciare gli investimenti.
«L’idea è trovare finanziamenti sul fondo nazionale per la mobilità di superficie che è di 1,3 miliardi. Vogliamo riuscire a portare a casa 330 milioni per ammodernare la tratta fino ad Adrano, i progetti ci sono. Nei prossimi anni, poi, bisognerà andare ancora avanti perché la Circum è un’infrastruttura intelligente che regala ai paesi dell’Etna una centralità nella città metropolitana». 

Sembra il libro dei sogni.
«So che vedere realizzato tutto quello di cui ho parlato è impossibile. Ma se porterò a casa due, tre cose concrete e metteremo le basi affinché le altre in futuro si possano realizzare, mi potrò dire soddisfatto».


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