Europee, in Forza Italia più candidati che posti in lista Spiraglio riconferma per La Via non ancora tramontato

Il testo collegato alla Finanziaria di cui si discute da mesi? Potrebbe dovere attendere fino al prossimo giugno, cioè alla fine della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento di Bruxelles. L’Assemblea Regionale siciliana rischia una nuova, lunghissima, paralisi legata alla doppia campagna elettorale che vedrà il rinnovo delle amministrazioni in 36 Comuni dell’Isola, il prossimo 28 aprile, seguite dalle Europee di fine maggio.

Intanto, la coalizione di maggioranza che dovrebbe sostenere il governo Musumeci all’Ars, assenza dopo assenza, appare completamente sgretolata. Al punto da considerare anche dalle parti del governo «verosimile» l’ipotesi di un rinvio a giugno per il collegato alla Finanziaria.

La scadenza per la presentazione delle liste si avvicina e c’è chi non esclude che possano esserci sorprese dell’ultima ora e che dietro le frizioni tra l’assessore al Territorio, Toto Cordaro, e il primo inquilino di Sala d’Ercole, Gianfranco Miccichè, possa celarsi uno scontro politico, più che istituzionale. Non è un mistero, infatti, che il luogotenente di Berlusconi nell’Isola abbia dovuto ingoiare mal volentieri il rospo della candidatura di Saverio Romano nel collegio che comprende Sicilia e Sardegna. 

Una candidatura che ha spostato completamente gli equilibri in casa forzista e creato non poche tensioni all’interno del partito. Perché, tolti il capolista Berlusconi e l’uscente esponente sardo, Salvatore Cicu, i posti per i candidati uomini in lista restano due. E dato che Micciché vuole fortemente un suo fedelissimo in lista, individuato nel capogruppo all’Ars Giuseppe Milazzo, quell’altro posto a Romano ha minato gli equilibri con i referenti catanesi del partito. Sempre al netto delle quattro quote rosa «indigeste» al commissario forzista.

Così, se già ieri Milazzo distribuiva volantini elettorali su Whatsapp, certo di una sua candidatura, c’è chi non esclude che possa ancora essere in bilico e che la sorpresa dell’uscente Giovanni La Via possa non essere del tutto tramontata. Così i ben informati delle retrovie leggono lo scontro – politico appunto e non istituzionale – tra Miccichè e Cordaro in Aula mercoledì scorso.

Intanto, ieri la giunta si è riunita per discutere le delibere all’ordine del giorno della convocazione, precedente all’episodio consumato a Sala d’Ercole. Nessun accenno, da parte di Musumeci, allo stallo dell’Assemblea e alle frizioni della coalizione. Anche se c’è chi racconta di una telefonata, dai toni non eccessivamente pacati, tra il governatore e il presidente dell’Assemblea, a margine della seduta che ha registrato l’ennesimo nulla di fatto.

La resa dei conti, è evidente, avverrà dopo le Europee, anche in casa Diventerà Bellissima, che dovrà decidere le sorti del senatore autosospeso Raffaele Stancanelli, candidato con la lista che in Sicilia vede insieme Giorgia Meloni e Raffaele Lombardo. Un sodalizio che potrebbe riservare un boccone amaro al governatore. E i cui riflessi a Palazzo dei Normanni sono tutt’altro che scontati.


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