Regionali, partiti ancora spaccati tra civismo e politici Nel centrosinistra spunta il nome di Emiliano Abramo

Dentro Forza Italia è crisi, in casa Pd è lotta senza esclusione di colpi tra correnti, Alternativa popolare di Alfano non ha ancora deciso se correre a destra o a sinistra, mentre i bersaniani di Articolo 1 e Sinistra Italiana chiudono col Pd, nel caso in cui dovesse essere riconfermata l’alleanza con Alfano. Il nome nuovo verrebbe dagli alleati dei dem, si tratta di Emiliano Abramo, presidente della comunità di Sant’Egidio catanese. 

Intanto c’è già qualche deputato che si porta avanti col lavoro e sui social sponsorizza la sua candidatura alle Regionali del prossimo 5 novembre. Poco importa con quale coalizione. Poco importa se sostenendo questo o quell’altro candidato alla presidenza. I tempi stringono e la campagna elettorale è ormai alle porte.

E mentre continua il pressing di Cardinale per sostenere la candidatura di Davide Faraone, in molti all’interno della coalizione storcono il naso. «Si porta dietro la riforma della Buona Scuola – si sussurra tra i corridoi del Palazzo in un caldo pomeriggio di agosto – le insegnanti costrette ad andare al Nord tornerebbero in Sicilia soltanto per votare contro di lui».

Resta l’ipotesi di Giuseppe Lupo come candidato espressione dei democratici, insieme al nome dell’ex assessore di Lombardo, Caterina Chinnici, che – tra smentite e mezze conferme – non è mai stato accantonato del tutto. E poi c’è la partita interna ai moderati tra il leader dei Centristi, Giampiero D’Alia, e l’eurodeputato alfaniano Giovanni La Via.

Sul fronte del civismo, oltre a quello del rettore palermitano Fabrizio Micari, avanzato da Orlando, all’ombra dell’Etna si sussura di un nuovo nome: Emiliano Abramo, già a marzo preso in considerazione per il ruolo di assessore regionale alla Famiglia. Proposta avanzata dagli alleati del Pd che potrebbe accontentare i catanesi e in generale il mondo cattolico, ma probabilmente non invisa neanche alla sinistra. 

Ma la politica nazionale resta con gli occhi puntati sulla tornata elettorale siciliana, così anche il nuovo giro di consultazioni è stato accompagnato da un fiume di dichiarazioni.

Chiara la posizione dei bersaniani e di Sinistra Italiana: «Non possiamo in questo contesto non vedere come l’accordo politico tra il Pd e Alfano sostituisca al modello Palermo una alchimia politica siciliana che ripropone ancora una volta il sistema di potere che ha caratterizzato l’esperienza del governo Crocetta».

Secondo il responsabile nazionale Enti locali di Sinistra Italiana, Paolo Cento, «in Sicilia e sulla pelle dei siciliani si sta giocando ancora una volta una brutta pagina della politica. Il modello Palermo, che ha portato alla vittoria Leoluca Orlando, fatto di civismo democratico e di rottura con il passato è l’unica strada da perseguire per vincere una sfida di governo. Si torni a questo percorso di innovazione o la sinistra metterà in campo una proposta autonoma e alternativa».

Bisognerà capire a questo punto cosa intenda fare Leoluca Orlando, che fino ad oggi ha sempre invitato il Pd a una scelta di discontinuità rispetto all’esperienza di governo in atto.

Sul fronte opposto, a intervenire è stato Francesco Storace, certo che alla fine Berlusconi sceglierà di sostenere Musumeci: «Se un moderato come Parisi dice sì a Musumeci presidente, è inevitabile che Berlusconi dirà ok. Il problema di Alfano sarà di Alfano».

Non va meglio in casa Forza Italia, dove ad attaccare Micciché è il deputato Vincenzo Figuccia, secondo cui il gruppo parlamentare all’Ars aveva chiesto un incontro al commissario di Berlusconi in Sicilia. «Evidentemente – ha attaccato Figuccia – non è in grado di reggere il confronto e preferisce parlare nei salotti con Alfano. La verità è che c’è in atto una lotta interna tra chi vuole far rinascere il centrodestra in Sicilia e chi rappresenta la vecchia politica e vuole rimanere morbosamente attaccato al potere».

Appello all’unità del centrodestra anche da Lorenzo Cesa: «Non si deve sciupare l’occasione di dare alla Sicilia un governo regionale, capace di restituire ai cittadini la speranza in un futuro migliore. Solo il centrodestra unito lo può fare. Le divisioni in questo momento rischiano solo di favorire Pd e Movimento Cinque Stelle». Ma ferragosto è ormai alle porte. E in molti sono pronti a scommettere che soltanto dopo la notte dei falò la politica tornerà a cercare la quadra per affrontare il lungo autunno elettorale.


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