Maria Sitibondo si è dimessa dalla giunta comunale di Licata. Nei giorni scorsi era stata raggiunta, dal provvedimento di obbligo di dimora, con divieto di uscire dalle 20 alle 7, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Agrigento sulla gestione di appalti. All’assessora del Comune di Licata, insieme al superburocrate Salvatore Alesci, è contestata una presunta pressione indebita per […]
Appalti pilotati nell’Agrigentino: si dimette un’assessora, ma resta in Consiglio comunale
Maria Sitibondo si è dimessa dalla giunta comunale di Licata. Nei giorni scorsi era stata raggiunta, dal provvedimento di obbligo di dimora, con divieto di uscire dalle 20 alle 7, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Agrigento sulla gestione di appalti. All’assessora del Comune di Licata, insieme al superburocrate Salvatore Alesci, è contestata una presunta pressione indebita per la selezione delle imprese da far lavorare per la realizzazione di un complesso turistico di lusso a Licata, nell’Agrigentino.
«Confido di riuscire a dimostrare la infondatezza delle accuse che mi vengono mosse e ho piena fiducia nella funzione della magistratura alle cui valutazioni mi rimetterò con serenità e lealtà – ha scritto in una lettera l’ex assessora Sitibondo, che resta consigliera comunale – Credo anche che la mia difesa, e la considerazione delle mie ragioni, potrà essere meglio apprezzata in assenza di cariche di diretta amministrazione».
Tra gli indagati di questa inchiesta c’è anche l’ex assessore regionale all’Energia Roberto Di Mauro. Nell’elenco degli indagati c’è anche Giuseppe Capizzi, imprenditore e sindaco di Maletto, in provincia di Catania. Il politico, vicino a Fratelli d’Italia, a novembre 2024 ha patteggiato una condanna a due anni per corruzione nell’ambito dall’inchiesta sulle tangenti all’interno della struttura commissariale per il contrasto al rischio idrogeologico.