Si allarga l’inchiesta della procura di Agrigento su un presunto sistema di tangenti e appalti pilotati nel settore delle forniture pubbliche. Tra gli indagati, come ha rivelato in esclusiva il quotidiano online Grandangolo, spicca il nome di Roberto Di Mauro, deputato regionale dell’Movimento per le autonomie ed ex assessore regionale all’Energia, dimessosi lo scorso aprile. […]
Tangenti e appalti truccati: indagato l’ex assessore regionale Roberto Di Mauro
Si allarga l’inchiesta della procura di Agrigento su un presunto sistema di tangenti e appalti pilotati nel settore delle forniture pubbliche. Tra gli indagati, come ha rivelato in esclusiva il quotidiano online Grandangolo, spicca il nome di Roberto Di Mauro, deputato regionale dell’Movimento per le autonomie ed ex assessore regionale all’Energia, dimessosi lo scorso aprile. A Di Mauro la magistratura contesta reati pesanti: associazione a delinquere, turbata libertà degli incanti e frode nelle pubbliche forniture. Le ultime due accuse sono formulate in concorso con Giovanni Campagna, segretario particolare dell’ex assessore, con Giuseppe Capizzi, sindaco di Maletto e imprenditore nel settore degli appalti, e con Sebastiano Alesci, architetto ed ex dirigente dell’ufficio tecnico di Licata.
Al centro delle indagini, l’appalto da oltre 37 milioni di euro per il rifacimento della rete idrica di Agrigento, che secondo gli inquirenti sarebbe stato oggetto di pesanti irregolarità. Alla luce di quanto sta emergendo, assumono un significato nuovo le dimissioni di Di Mauro, annunciate nel marzo scorso e formalizzate ad aprile. La procura, con il procuratore capo Giovanni Di Leo e il sostituto Rita Barbieri, ha disposto accertamenti tecnici irripetibili sui dispositivi elettronici e informatici sequestrati nel blitz dello scorso 14 maggio, durante il quale sono state arrestate cinque persone. Tra le nuove accuse emerse figura anche quella di ricettazione a carico di Vittorio Giarratana, 52 anni, dirigente comunale di Ravanusa: durante una perquisizione nella sua abitazione, gli agenti avrebbero rinvenuto oltre 50 mila euro in contanti. Nella giornata di oggi, due periti informatici riceveranno l’incarico di analizzare il contenuto dei dispositivi sequestrati. I dati estrapolati potrebbero rappresentare una svolta cruciale per l’inchiesta.