La rappresentante del governo sarà ascoltata martedì prossimo dai parlamentari nazionali per aggiornarli sulla presenza della mafia nel capoluogo etneo. Al centro dell'incontro, i dubbi sui possibili rapporti tra alcuni consiglieri comunali e la criminalità, la situazione dell'imprenditoria e le certificazioni antimafia
Prefetta Federico convocata in commissione Antimafia Fava: «Parleremo delle ombre sul Consiglio comunale»
Dopo l’anticipazione estiva di MeridioNews, la notizia è ora ufficiale. La prefetta di Catania Maria Guia Federico sarà ascoltata dai parlamentari della commissione nazionale Antimafia martedì prossimo, alle ore 11, durante un’audizione incentrata sugli sviluppi del fenomeno mafioso nel capoluogo etneo. Un lungo incontro al centro del quale verranno discussi numerosi temi, a partire dai rapporti di parentela e presunta vicinanza tra rappresentanti delle istituzioni comunali ed esponenti di Cosa nostra. Otto nomi in totale, tutti contenuti in una relazione elaborata dalla commissione antimafia regionale e inviata al gemello organo nazionale a fine 2015.
«Partiremo sicuramente dalle valutazioni della prefetta sulla situazione in cui si trova il senato cittadino – spiega il vicepresidente della commissione Claudio Fava a MeridioNews – ma non solo. Vogliamo anche raccogliere informazione su altri eventi che hanno attraversato come un ciclone gli ambienti imprenditoriali catanesi e, in particolare, fare luce sulla questione dell’ormai famosa white list e delle certificazioni antimafia rilasciate alle imprese». La rappresentante del governo nazionale sul territorio dovrà inoltre fare un riepilogo generale sulla «quantità e qualità della presenza mafiosa nella città», aggiunge Fava.
«Faremo il punto complessivo sull’ordine pubblico, come del resto facciamo con tutti i prefetti delle città italiane in cui la presenza delle cosche è incisiva». All’indomani della pubblicazione della relazione dell’Ars con i nomi dei consiglieri ritenuti vicini alla criminalità mafiosa, era stato lo stesso Claudio Fava a chiedere di valutare la possibilità di nominare una commissione d’accesso in Consiglio comunale. «La prefetta ha fatto sapere al ministro dell’Interno che non c’era la necessità per procedere in tale direzione e, per questo, Angelino Alfano ha preferito non andare oltre», commenta il parlamentare.
Nel documento della commissione regionale Antimafia presieduta da Nello Musumeci sono otto i nomi che destano, a vario livello, la preoccupazione dei deputati. Innanzitutto, spiegano, si tratta dei cinque nomi contenuti in una lettera anonima: i consiglieri comunali Riccardo Pellegrino ed Erika Marco e il presidente della sesta municipalità Lorenzo Leone tra quelli per cui sarebbero stati trovati riscontri; i consiglieri Salvatore Giuffrida e Salvatore Spataro per cui invece non sono emersi particolari elementi. L’Antimafia regionale, infine, aggiunge tre nomi, emersi durante lo studio di vari documenti: si tratta dei consiglieri comunali Alessandro Porto, Maurizio Mirenda e Francesco Petrina.
La presenza della prefetta in commissione nazionale antimafia segue quella del primo cittadino di Catania, ascoltato il 14 gennaio scorso proprio per approfondire gli stessi temi. In quell’occasione, a proposito della telefonata intercettata con Mario Ciancio Sanfilippo, già all’epoca indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, Enzo Bianco aveva dichiarato di non essere a conoscenza dei pesanti capi d’imputazione che ricadevano sull’editore de La Sicilia, nonostante fossero su tutti i giornali ormai da anni. E sulla relazione che denuncia le presunte ed eventuali contiguità con la mafia di alcuni consiglieri comunali, «il sindaco ha spiegato di non conoscerne il contenuto».