Dopo il tesseramento del sindaco di Palermo il Pd rompe gli indugi. I contorni e i metodi però sono ancora da scoprire. «Buona idea, come fatto a Roma, ma se non ci sarà un candidato unitario», dice a MeridioNews il capogruppo all'Ars Giuseppe Lupo
Regionali 2022 e l’idea delle primarie nel centrosinistra Apertura al M5s ma regole sono ancora tutte da definire
Uno scatto in avanti che mira a compattare i ranghi del Partito democratico e non solo. Le antenne da Palazzo delle Aquile all’Assemblea regionale siciliana sono puntate sul centrosinistra che verrà. Una coalizione multiforme che, almeno guardando uscite pubbliche e dichiarazioni, dovrebbe unire Pd, Movimento 5 stelle e l’elettorato di Claudio Fava. Il segretario regionale Anthony Barbagallo l’ha bollata come «la strada maestra», approfittando di un evento pubblico per annunciare il tesseramento del sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
Ma come sempre tra il dire e il fare c’è di mezzo l’organizzazione delle macchina elettorale e il coinvolgimento, che metta tutti d’accordo, delle anime di coloro che dovrebbero fare parte della coalizione alternativa al già candidato presidente Nello Musumeci. «Si individui rapidamente una data, non oltre questo autunno, e diamoci delle regole certe. Io ci sono», è stato il commento a caldo di Fava. Annunciando l’intenzione di partecipare in prima persona attraverso la costituzione dei «comitati Fava presidente».
Dal Pd nessuna preclusione al coinvolgimento del Movimento 5 stelle o «dei Movimenti 5 stelle», come si sussurra nei dietro le quinte per commentare l’imponente frammentazione interna che affronta la creatura politica di Beppe Grillo. «Se alcune forze politiche vorranno fare un a scelta di campo chiara e si vorranno misurare è un percorso che andrebbe favorito», commenta a MeridioNews Antonio Rubino, componente della segreteria regionale Pd ed esponente dell’area dem che fa capo a Matteo Orfini. «Siamo aperti a tutte le forze alternative alla destra sovranista», aggiunge al nostro giornale il deputato regionale e capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo. Prima però bisognerà capire «se la coalizione riuscirà a esprimere un candidato unitario». L’alternativa percorribile è proprio quella delle primarie: «Sono uno strumento straordinario, così come recentemente dimostrato a Bologna e Roma», aggiunge.
Rubino sul punto è più netto. «Bisogna uscire dagli accordi di palazzo. ll centrosinistra ha bisogno di un vero shock – spiega – con una classe dirigente rinnovata e un confronto vero». Sui nomi, almeno per il momento, prevale la linea attendista. «Le primarie favoriranno certamente nuove candidature sia a Palermo che in Sicilia in ottica regionale. Nei prossimi giorni potrebbero già esserci delle novità perché credo in delle primarie che non siano un giocattolo dei partiti». Dal fronte pentastellato le analisi sono ancora alle prime battute, anche perché bisognerà capire gli assestamenti, nei già delicati equilibri interni, dopo il caos della riforma della giustizia che smantella, con il via libera dei ministri M5s, la legge Bonafede sulla prescrizione.
In Sicilia il tandem tra Barbagallo e il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri non è un mistero. «Le eventuali primarie di coalizione sono uno strumento che andrebbe condiviso con il gruppo parlamentare M5s – commenta a MeridioNews il deputato regionale Luigi Sunseri – Il percorso programmatico del centrosinistra mi trova favorevole. Ascolterà per capire e farmi un’idea del perimetro di una possibile coalizione in vista delle regionali. Tuttavia scegliere un candidato presidente con le primaria è un’altra cosa».