«Troppi dubbi sulla lista last minute»

Alla vigilia delle elezioni universitarie, continuano le voci di presunti collegamenti tra la neonata lista “Università libera ed eccellente” e il Rettore dell’Università di Catania Antonino Recca. Tra i primi a diffondere il sospetto di possibili anomalie è stato Jacopo Torrisi, Coordinatore del Circolo Catania Università del PD, tramite un post su Facebook, in cui chiede al Magnifico di fare chiarezza.

«Appartenenti a gruppi politici eterogenei, dall’Mpa a Rifondazione Comunista, hanno gli occhi puntati su di loro e hanno denunciato tutti insieme», spiega Torrisi a Step1. Sulla fondatezza delle voci da lui raccolte e diffuse, risponde: «Abbiamo raccolto tante testimonianze, ma per adesso non c’è nulla di dimostrabile perché nessuno ci metterebbe il nome per paura di ritorsioni. Ma sarà il loro operato a smascherarli. Da parte mia non ho denunciato l’evento come certo, ma ho chiesto che venisse spiegato meglio alla comunità studentesca».

Secondo Torrisi il Magnifico «dovrebbe individuare chi c’è dietro questa lista e far chiarire a loro. Non vogliamo puntare il dito contro nessuno, infatti abbiamo chiesto una replica da parte sua. Ma finora ci sono arrivati solo no comment».

Jacopo, ci spieghi le motivazioni del tuo allarme?
«”Università Libera ed Eccellente” è una lista presentata alle elezioni universitarie per la prima volta. Il nome è uscito da pochissimi giorni, al momento della trasmissione delle liste. Gira voce che gli studenti candidati siano stati cooptati da “forze” vicine al Rettore. Sono solo voci difficili da dimostrare, ma del resto in politica gli accordi non si contrattualizzano, si tratta di discussioni sottobanco e di equilibri. La cosa che mi ha fatto insospettire è che tanti gruppi politici non collegati tra loro, nello stesso momento, abbiano colto delle anomalie».

Da dove sono arrivate le informazioni?
«Associazioni di studenti, lontane politicamente tra loro, spesso in competizione, sono venute a conoscenza di episodi poco chiari. Si è  parlato di diverse forme di cooptazione, da quella per semplice amicizia a vere e proprie pressioni, anche da parte di docenti».

Tu, però, parli solo di voci e sentito dire. Hai delle prove che testimoniano i presunti collegamenti tra questa lista e il Rettore?
«Non c’è niente di dimostrabile perché nessun professore dell’università si sognerebbe mai di fare emergere nulla. Molti degli studenti candidati in questa lista avevano una precedente attività politica e in passato si sono misurati in vari partiti ed associazioni. Alcuni li conosciamo direttamente. A molti è stato chiesto come mai quest’anno abbiano deciso di non candidarsi più con le liste dell’Mpa, del Pd o dei Collettivi per presenziare in questa lista. E molti hanno detto chiaramente di averlo fatto perché c’è il sostegno del Rettore e di un gruppo di docenti a lui vicini. Un sicuro elemento di controllo per verificare queste affermazioni sarà, laddove alcuni di questi dovessero essere eletti, il loro operato, soprattutto all’interno degli organi centrali d’Ateneo».

Da quali gruppi politici vi sono pervenute maggiori testimonianze e maggiore sostegno?
«Le persone con cui ho avuto più contatti vengono da associazioni vicine al Partito democratico e dai ragazzi dei Collettivi. Ma anche  alcuni ragazzi dell’Mpa hanno ammesso che tra i loro ci sono state delle fughe improvvise in direzione di questa lista. Non so come siano strutturate le associazioni del Pdl o dell’estrema destra, ma so per certo che tutti hanno gli occhi puntati su “Università Libera ed Eccellente”».

Come mai hai scelto di lanciare la questione su Facebook?
«Abbiamo ritenuto che fosse il mezzo più immediato. Abbiamo voluto mettere in chiaro questa nostra posizione anche tramite dei comunicati stampa. “La Sicilia”, però, non ha pubblicato nulla. Nell’intenzione di divulgare questo messaggio il più possibile, ho cominciato a metterlo dovunque potevo. Per me l’importante era che si potesse capire con chiarezza: l’occhio del Pd sull’università ha registrato questo evento e vuole chiarire. Non è nelle mie intenzioni puntare il dito contro il Rettore, infatti abbiamo chiesto una replica da parte sua. Ma se lui risponde con un “no comment” e io ho cinquanta persone che mi dicono il contrario…».

Quali sono state le reazioni degli studenti?
«Ho trovato, non soltanto nei ragazzi della Giovanile Democratica, ma nell’intera comunità studentesca, un certo interesse per l’argomento. C’è approvazione per la presa di posizione del Pd, ma anche un senso di sconforto per la preoccupazione che queste voci resteranno inascoltate».

Hai avuto risposte, dagli “accusati”? Qualcuno si è messo in contatto con te o con il tuo circolo?
«Assolutamente no. Nessuno si è preoccupato di chiarire che la loro posizione fosse al di sopra di ogni sospetto. Hanno scelto di non commentare. In molti credono che quando si risponde si faccia da cassa di risonanza, mentre se si ignora la domanda questa si sgonfierà da sola. Io, invece, penso che non si sgonfierà, perché ci sono centinaia di ragazzi che vogliono sapere che cosa è successo. Potrebbe anche darsi che noi ci stiamo sbagliando, che non abbiamo capito bene. Ma vorrei avere delle risposte chiare».

Che cosa pensi, in termini politici, di questa nuova lista? Hai avuto modo di leggere i loro programmi?
«I programmi politici pre-elettorali sono più o meno sempre tutti uguali e non hanno mai una grande affidabilità. Questo gruppo dichiara che si batterà per il bene e contro il male, come tutte le altre liste. Non è tanto quello che hanno detto che conta, ma quanto quello che faranno. Il Rettore ha sicuramente una politica che non sempre incontra il favore degli studenti, perché ha anche la responsabilità di gestire il versante economico dell’università e farlo funzionare, mentre agli studenti non importa niente, vogliono solo il massimo dei servizi per loro. Certo, se dovessero cominciare ad esserci studenti che si preoccupano di più della sicurezza economica della gestione dell’università e meno dei loro stessi servizi, i dubbi aumenterebbero».

Il tuo appello su Facebook è rivolto al Rettore Recca in persona. Gli chiedi di fare chiarezza. Ti aspetti una riposta da lui?
«Lo spero. Tra l’altro sono contrario alla demonizzazione di chiunque. Ci sono delle cose che ha fatto nel suo mandato che condivido e che trovo meritorie, ce ne sono altre, soprattutto nell’ambito dei rapporti, in cui ritengo che si sia poco preoccupato di tenere in dovuta considerazione il necessario diritto di tribuna di tutti. Penso che il Rettore abbia il dovere morale di chiarire la situazione. Se crede che questo sia un complotto, che lo dica a voce alta».

E se davvero dovesse risponderti, che replica ti aspetteresti?
«Non credo che risponderebbe direttamente a me. Secondo me, dovrebbe individuare quali sono gli organizzatori di questa lista e invitarli a un chiarimento».

Cosa intendi per organizzatori?
«I veri volti che stanno dietro questa lista. Il Rettore dovrebbe chiedere che questi “pupari” escano allo scoperto e rivendichino la loro paternità. Non è solo il silenzio di Recca a preoccuparmi, ma anche il quello dei componenti “alti” di questa lista. Chi sono? Chi li ha presentati? Chi lo ha elaborato questo progetto politico? Ci piacerebbe avere un nome, un cognome, una faccia. Che venga fuori a dire “l’ho fatto io e non c’entro nulla con Recca”. Dove sta? Io, a tutt’oggi, non l’ho visto». 


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