Palagonia, su Kamara «indizi molto forti» Eseguita l’autopsia sui corpi delle vittime

Il quadro indiziario a carico di Mamadou Kamara sarebbe «molto forte». Questa la convinzione degli inquirenti. Le indagini sull’omicidio degli anziani coniugi di Palagonia vanno avanti. A coordinarle è Giuseppe Verzera, il procuratore di Caltagirone. L’unico accusato del delitto è il 18enne ivoriano ospite del Cara di Mineo. Il movente che avrebbe spinto il ragazzo a sgozzare Vincenzo Solano e fare cadere dal balcone la moglie, Mercedes Ibanez, sarebbe la rapina. La prova più solida è finora la testimonianza delle due figlie della coppia. Avrebbero riconosciuto che Kamara, al momento del fermo, indossava gli abiti di loro padre. Mentre altri, sporchi di sangue, sarebbero stati trovati all’interno del suo borsone. Ma gli investigatori attendono ulteriori conferme dal sospettato, dall‘autopsia e dagli esami scientifici sulle tracce ematiche.

Sulla dinamica della vicenda e sulle responsabilità non ci sono nuove prove né altre testimonianze. Niente che, dall’interno del Cara o dai vicini della coppia, aggiunga elementi alla ricostruzione dell’accaduto. È una vicenda complicata, sulla quale è stato chiesto a tutti gli investigatori di agire con rapidità, ma pure con calma e prudenza. Le indagini che hanno portato alla scoperta del presunto responsabile del duplice delitto, avvenuto domenica notte nella villetta di periferia in cui si era trasferita la coppia, sono partite da alcuni controlli effettuati dalle forze dell’ordine sugli effetti personali di Kamara. Da un cellulare, ritenuto rubato, gli inquirenti sono risaliti al nome di Vincenzo Solano, poi all’indirizzo di casa e infine al ritrovamento del corpo senza vita di lui e della moglie. Nonostante abbia lavorato in Calabria durante la guerra di mafia, il procuratore di Caltagirone aveva definito il delitto «una scena macabra inimmaginabile». 

I corpi delle due vittime sono stati trovati quasi nudi, la scena del crimine era piena di sangue e la casa distrutta. Circostanza che spinge gli inquirenti alla ricerca di possibili complici. Dei quali il giudice di garanzia chiederà conto a Kamara nell’interrogatorio che intanto è stato spostato a mercoledì. Il giovane si sarebbe finora difeso dall’accusa di avere rubato il cellulare di Solano: «L‘ho trovato per strada e l’ho preso». Ora però dovrà rispondere non più di ricettazione, ma di duplice omicidio. Ad aggravarne la posizione è stata la testimonianza delle figlie delle due vittime sugli abiti indossati dal sospettato, ritenuti gli stessi di loro padre. Li avrebbe messi perché i suoi erano sporchi di sangue. Gli investigatori attendono conferme anche dagli esami scientifici. 

All’ospedale di Caltagirone è in corso l’autopsia sui cadaveri dei coniugi. A occuparsene è il medico legale Stefano Alberghina. I risultati erano attesi nel pomeriggio ma i tempi si sono dilungati a causa delle condizioni dei corpi. Il confronto tra le macchie di sangue trovate sui vestiti e quelle presenti sulla scena del crimine invece, non è stata affidata ai Ris di Messina ma a strutture private. Con l’obiettivo di ottenere una risposta nel minore tempo possibile. A Palagonia, dove è stato proclamato il lutto cittadinomonta il dibattito sulla presenza, sull’utilità e sulla gestione del vicino centro per richiedenti asilo. Le risorse disponibili non sono state giudicate sufficienti a gestire 4000 persone dal punto di vista dell’ordine pubblico. Il personale impiegato, nei controlli in entrata e uscita dal Cara, è stato aumentato dopo la riunione convocata oggi in prefettura, a Catania. L’omicidio di Mercedez Ibanez e Vincenzo Solano ha destabilizzato il clima all’interno del paese. Più voci hanno richiesto l’intervento diretto del presidente del Consiglio Matteo Renzi


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