Bronte? Un paese di mille abitanti dove il pistacchio quasi non esiste più. Incredibile ma vero, questo è quanto sostenuto durante una puntata del programma televisivo Mi Manda RaiTre. Il 30 novembre scorso la trasmissione si è occupata del mondo dei gelati, evidenziando i numeri del fatturato in Italia e cercando di capire le differenze […]
Foto di Consorzio pistacchio di Bronte Dop
«Il pistacchio di Bronte non esiste quasi più, avrà mille abitanti». Diventano un caso le informazioni sbagliate di Mi Manda RaiTre
Bronte? Un paese di mille abitanti dove il pistacchio quasi non esiste più. Incredibile ma vero, questo è quanto sostenuto durante una puntata del programma televisivo Mi Manda RaiTre. Il 30 novembre scorso la trasmissione si è occupata del mondo dei gelati, evidenziando i numeri del fatturato in Italia e cercando di capire le differenze tra i prodotti industriali e quelli artigianali. Un confine che non è sempre marcato, poiché molte gelaterie fanno ricorso a dei preparati industriali che potrebbero ingannare i consumatori. Ed è proprio in riferimento a questo che la giornalista Sabrina Giannini, in collegamento da Milano, ha deciso di porre come esempio quello del pistacchio di Bronte. «Bronte sembra New York, perché c’è praticamente il pistacchio di Bronte ovunque», spiega. A rincarare la dose, dallo studio, ci pensa il conduttore e giornalista romano Federico Ruffo: «Mi dicono che il pistacchio di Bronte quasi non esiste più». Una notizia non vera seguita da un’altra informazione sbagliata, con la puntualizzazione di Giannini accolta con una sonora risata dal conduttore: «Bronte avrà mille abitanti e sembra che sia circondato dal pistacchio. Quando noi leggiamo nei gelati “Pistacchio di Bronte” – aggiunge – dobbiamo sapere che vengono miscelati anche degli addensanti, degli emulsionati e io non posso sapere se quel gelataio ha preso un preparato industriale o no».
Parole ed errori sul famoso pistacchio dal sapore intenso, con il suo colore verde brillante, che non sono sfuggite agli oltre 18mila abitanti del Comune alle pendici dell’Etna. La vicenda è diventato un vero e proprio caso, anche politico. Il parlamentare brontese Giuseppe Castiglione, genero del sindaco Pino Firrarello, ha deciso di presentare un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Castiglione, esponente di Forza Italia e componente della commissione di settore, sottolinea come «da brontese ho sentito il dovere di difendere, attraverso l’atto parlamentare, il buon nome e il lavoro delle migliaia di famiglie iscritte al Consorzio del Pistacchio Verde di Bronte, che nel 2023 hanno prodotto circa trentamila quintali nell’areale limitrofa all’Etna dei Comuni di Bronte, Adrano e Biancavilla. La qualità del prodotto etneo, le sue tecniche di coltivazione, nonché la capacità imprenditoriale e commerciale dei nostri concittadini – spiega – hanno favorito la nascita di imprese che lavorano, trasformano e commercializzano la materia prima, e il cui business complessivo è stimabile intorno ai cento milioni annui. Un indotto di cui noi siamo fieri e che intendo difendere con forza da chi, senza alcuna conoscenza e competenza, pensa di gettare un’ombra sul lavoro e la fatica di migliaia di persone e di un’intera comunità», conclude Castiglione.
«Su cinque cose ne hanno dette sei sbagliate, perché dette da gente inesperta e impreparata – commenta a MeridioNews Massimiliano Anastasi, co-vicepresidente del Consorzio di tutela del pistacchio verde di Bronte Dop – Il consorzio si riunirà infatti la prossima settimana e si farà una diffida nei confronti della trasmissione e dei personaggi coinvolti. Bronte è un prodotto che purtroppo dà fastidio a qualcuno – continua Anastasi – Ogni anno, sistematicamente, prima delle feste importanti come il Natale o la Pasqua, viene attaccato, soprattutto dalla Rai e da RaiTre. È stato fatto in passato anche un programma ad hoc contro il pistacchio di Bronte, con il giornalista di turno che ha fatto questa cosa, entrando in due aziende che trattavano anche pistacchio non di Bronte e parlando come se tutto il pistacchio fosse una frode. Ma è chiaro – conclude Anastasi – che le aziende che lavorano il pistacchio non possono vivere solo di pistacchio di Bronte. Il nostro però è tutto certificato come Dop: tutto è indicato e tutto è stato sempre spiegato e chi è del settore conosce bene di cosa stiamo parlando».