Messina, due assemblee per il diritto alla mobilità «Vogliamo un vero servizio ferroviario in Sicilia»

Circa mille i manifestanti alle due assemblee organizzate oggi a Messina per rivendicare il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale, insieme a sistemi di trasporto più efficienti. Numeri che fanno il paio con la massiccia adesione allo sciopero di otto ore indetto da Or.Sa in tutta la Sicilia: 90 per cento nel comparto navigazione e manovra di Rfi, 60 per cento nel trasporto locale regionale di Trenitalia. «Se nel primo comparto, i lavoratori sono quasi tutti iscritti al nostro sindacato – afferma Michele Baresi, responsabile di Or.Sa Trasporti per la provincia di Messina – il 60 per cento nel secondo, dove rappresentiamo il 27-28 per cento dei dipendenti, significa che i lavoratori hanno capito». Riscontri significativi, soprattutto in considerazione del fatto che, dopo l’accordo aziendale, siglato a Roma lo scorso 18 marzo tra sindacati e Ferrovie dello Stato, nel quale si garantisce il mantenimento dell’attuale servizio fino al termine del 2015, Fit Cisl, Filt Cgil, Uiltrasporti, Sma Fast Ferrovie e Ugl Trasporti hanno fatto un passo indietro rispetto allo sciopero, confermando, tuttavia, l’assemblea dei lavoratori. Da segnalare, sempre in giornata, l’annuncio, da parte dell’assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Pizzo, del tavolo sulla bozza del contratto di servizio, subito dopo Pasqua, auspicando la firma prima della finanziaria.

Binari distinti e separati, quindi, con l’Or.Sa che, insieme a tutte le componenti del movimento popolare #ilferribottenonsitocca ha inaugurato i lavori poco dopo le 10 in un gremito salone delle bandiere di palazzo Zanca, sede del Comune. Più di 300 i presenti, inclusi il sindaco, Renato Accorinti, e diversi studenti dell’istituto nautico Caio Duilio e del liceo La Farina. «Il nostro intento era di dare voce alla gente – racconta Barresi – e ci siamo riusciti». Così, se Placido Smedile, consigliere della quarta Circoscrizione ha spiegato i problemi cui vanno incontro i disabili per imbarcarsi e sbarcare da carrozze ferroviarie e navi traghetto, Domenico Gattuso, docente di trasporti dell’Università di Reggio Calabria, ha spiegato come questa protesta costituisca una nuova fase del comitato No Ponte, segnata da uno spirito differente, «volto alla proposta: un Noponte2.0».

Il Movimento 5 stelle ha ricordato che, ieri, la deputata regionale Valentina Zafarana ha presentato all’Assemblea regionale siciliana una risoluzione che invoca il mantenimento del traghettamento dei treni accanto a servizi più in linea con gli standard nazionali e che la stessa andrà in discussione, in commissione, la prossima settimana. Mariano Massaro, segretario regionale dell’Or.Sa, ha ricordato che «il fronte della protesta popolare va mantenuto». A sostegno della sua tesi ha prodotto un documento del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, datato proprio 18 marzo, nel quale, per il 2015, si valuta ancora l’ipotesi del taglio dei treni a lunga percorrenza. Situazione che «rafforza le motivazioni dello sciopero». Tanto più che per l’inizio del prossimo giugno, prima dell’entrata in vigore del nuovo orario estivo, si sta programmando una grande manifestazione capace di coinvolgere Sicilia e Calabria. Giosuè Malaponti, presidente del Comitato pendolari siciliani (Ciufer), chiama «a raccolta tutte le forze sociali, sindacali e politiche attive sul territorio. Il trasporto ferroviario e di traghettamento dei treni – dice – va rilanciato nell’ottica delle reti e dei corridoi europei e mediterranei».

Le altre forze sindacali si sono effettivamente raccolte, ma circa un chilometro più a nord del municipio. Fit Cisl, Filt Cgil, Uiltrasporti, Sma Fast Ferrovie e Ugl Trasporti hanno svolto un sit-in alle 9.30 davanti alla Prefettura. Alle 11, al Palacultura, hanno tenuto un’assemblea dei lavoratori delle ferrovie e dell’indotto di tutta la Sicilia – circa 600 – auspicando «una svolta, un vero servizio veloce ed efficiente, degno di un Paese europeo che i cittadini siciliani attendono da tempo». «La forte necessità, oggi ,è quella degli investimenti per il territorio, per questo chiediamo l’intervento del governo», dichiara il segretario generale di Cgil Messina, Lillo Oceano, invocando per i siciliani «stessi diritti e stesse opportunità di sviluppo che ci sono in altre parti del Paese».

I sindacati hanno ribadito le loro richieste, per voce dei segretari Francò Spanò, Amedeo Benigno, il commissario Uil Agostino Falanga, Salvatore Genovese e Giovanni Chiaramonte: «Abbiamo scelto – affermano – di sospendere lo sciopero ma guardiamo oltre. Vogliamo che da oggi parta un percorso diverso che porti a un vero servizio ferroviario in Sicilia. Per questo chiediamo subito l’istituzione di un tavolo unico con sindacati, Trenitalia e assessorato regionale ai Trasporti, per giungere alla firma del contratto di servizio, il potenziamento di treni regionali, una riunione sullo stato degli investimenti in Sicilia per indicare insieme le zone più carenti».

Dalla Regione, l’impegno alla firma del contratto di servizio in tempi brevi: «La bozza è pronta – risponde Pizzo – e ci saranno novità, soprattutto nel trasporto delle tre città metropolitane, Palermo Catania e Messina. Intendiamo aumentare i treni, mezzi nuovi e moderni. A Messina attualmente ci sono solo due coppie di treni, vogliamo raggiungere l’obiettivo di dieci coppie. A Palermo intendiamo migliorare i collegamenti per Punta Raisi, ma non solo. Vogliamo la velocizzazione del collegamento fra Palermo e Catania e Messina. Trenitalia – conclude – può potenziare le sue prestazioni anche sul fronte dei treni a lunga percorrenza».

«Da oggi vogliamo solo discutere del futuro del servizio con la firma del contratto fra Ferrovie e Regione – conclude Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia – partendo dal principio che la Sicilia deve essere dotata di un trasporto che in ogni settore sia davvero in grado di valorizzare il suo territorio e la sua vocazione turistica, di attrarre investimenti».


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