Dietro l’immagine patinata di un imprenditore dai gusti eccentrici, William Alfonso Cerbo dirigeva i propri affari anche da CityLife, quartiere simbolo della Milano finanziaria. A contribuire al suo soprannome – Scarface – nel mondo della mafia catanese, il trono in pelle nera con le iniziali dorate e il progetto di ristrutturare una villa in Sicilia […]
Mafia, chi è William Cerbo, l’accusatore di Fabrizio Corona: dalle discoteche agli affari a CityLife
Dietro l’immagine patinata di un imprenditore dai gusti eccentrici, William Alfonso Cerbo dirigeva i propri affari anche da CityLife, quartiere simbolo della Milano finanziaria. A contribuire al suo soprannome – Scarface – nel mondo della mafia catanese, il trono in pelle nera con le iniziali dorate e il progetto di ristrutturare una villa in Sicilia per farla somigliare a quella del celebre film con Al Pacino. Di Cerbo si è tornato a parlare di recente, dopo la decisione di collaborare con la giustizia, nell’ambito dell’inchiesta Hydra. Cerbo avrebbe fornito ai magistrati dettagli inediti sul sistema Lombardia, cioè l’alleanza tra ’ndrangheta, camorra e Cosa nostra: un consorzio delle mafie. Sei interrogatori, il primo datato 22 settembre, nei quali vengono fatti anche dei riferimenti a personaggi dello spettacolo come Lele Mora e Fabrizio Corona.
Gli affari dei Mazzei a Milano e la misteriosa scomparsa del luogotenente
L’anello di congiunzione tra la mafia siciliana e gli interessi in Lombardia, a detto di William Cerbo, sarebbe stato Gaetano Cantarella. Cerbo lo ha definito uno «storico affiliato del clan Mazzei», oltre che il personaggio incaricato dal clan per la gestione degli affari su Milano. Dove anche Cerbo aveva messo su casa. Da un lussuoso appartamento a CityLife faceva ingenti ordini con le sue aziende. Ma poi non pagava mai. Una vita estremamente di lusso, anche se ufficialmente nullatenente. Come emerso nel 2021, quando il nuovo collaboratore viene coinvolto in un’operazione della guardia di finanza per associazione a delinquere e truffa.
Di Cantarella, cugino di primo grado della moglie del boss Nuccio Mazzei, non si hanno più notizie dal 2020. Anno in cui decide di spostarsi dalla Lombardia, dove gestiva un baretto, per assistere alla tradizionale festa di Sant’Agata a Catania. Celebrazioni alle quali Cantarella non prende mai parte: la sua macchina viene ritrovata abbandonata in provincia di Caltanissetta, con il gps scollegato e il portafoglio con i suoi documenti. Da allora, Cantarella risulta scomparso. Adesso Cerbo sostiene di poter collaborare e fornire indicazioni inedite ,anche su «fatti connessi alla scomparsa di Tano Cantarella e al movente».
William Cerbo e il business delle discoteche a Catania
L’incontro tra Cerbo e la giustizia, prima che come collaboratore, avviene sui reati di truffa, bancarotta fraudolenta e illeciti nel business delle discoteche. Il tutto all’ombra del clan Mazzei di Catania. Clan che, tra il 2014 e il 2015, aveva in mano alcuni dei principali locali della movida del capoluogo etneo. Tra questi, il Boh e il 69Lune. Ma la mafia, e in particolare il clan Mazzei, aveva messo le mani anche sui parcheggi e sulla sicurezza all’interno delle discoteche. Ed è proprio in relazione a una serata che, già negli anni scorsi, erano emersi i presunti legami tra Cantarella e Fabrizio Corona.
Il legame tra Fabrizio Corona e Tano Cantarella
Nei verbali, Cerbo spiega che il re dei paparazzi si sarebbe rivolto a Cantarella «quando aveva problemi su Milano. O, come in un caso, in cui Corona gli chiese un recupero credito di 70mila euro da fare a Palermo per una truffa patita da un amico». E sarebbe stato Cantarella a portare il fotografo dei vip, insieme a Cecilia Rodriguez, per una serata alla discoteca Boh di Catania. Nei giorni successivi all’evento, gli inquirenti captarono le telefonate in cui Cantarella chiedeva il denaro per la sua intermediazione e si convinsero che stesse effettuando una sorta di recupero crediti per conto dei mafiosi. Accusa dalla quale Cantarella ottenne l’assoluzione nel processo Scarface. Sulle ultime dichiarazioni di Cerbo si è espresso anche Corona. Che, alla domanda di MeridioNews, ha risposto bollando il nuovo pentito come uno «scimunito».