Per la procura di Patti il caso si è chiuso il 10 novembre. Daniele Mondello, però, non si ferma e dopo avere presentato un'opposizione, adesso, mette in campo anche una ricompensa economica per andare avanti «nella ricerca della verità»
Viviana e Gioele, il padre non si arrende all’archiviazione «Diecimila euro per chi ci da informazioni sull’omicidio»
«Offro una ricompensa di 10mila euro a coloro che sapranno fornirmi informazioni utili e veritiere sull’omicidio di mio figlio Gioele e mia moglie Viviana». È questo il testo che accompagna una foto che ritrae Viviana Parisi e Gioele Mondello. Mamma e figlio ritrovati morti, a giorni di distanza l’una dall’altro, nei boschi di Caronia (nel Messinese) nell’agosto del 2020. Nell’immagine c’è anche Daniele Mondello, il padre e marito che ha pubblicato il post sulla sua pagina Facebook invitando a condividere il più possibile. «Noi non ci fermiamo», ha aggiunto Mondello che non si è arreso neanche dopo che, il 10 novembre, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Patti Eugenio Aliquò ha archiviato l’inchiesta come chiesto dal procuratore capo Angelo Cavallo, respingendo l’opposizione presentata dalla famiglia.
Secondo la procura, sulla scorta di numerose consulenze tecniche, l’ipotesi più credibile è che Viviana si sia lanciata dal traliccio sotto cui è stata ritrovata dopo avere abbandonato l’auto in seguito dell’incidente avvenuto in galleria lungo l’autostrada A20 Messina-Palermo con un furgoncino di tecnici della manutenzione autostradale. Stando ai risultati delle analisi e degli esami svolti dagli esperti nominati dai magistrati, Gioele sarebbe morto per un «evento traumatico». E, sulla base del certificato medico ritrovato nell’auto di Viviana che attesta paranoia e crisi mistiche, non si esclude nemmeno l’ipotesi di un omicidio-suicidio. Il marito di Viviana e padre del bambino si è sempre opposto a questa tesi convinto che la moglie non si sia uccisa. Una ricostruzione del tutto diversa, infatti, è quella emersa dal lavoro del criminologo Carmelo Lavorino, il consulente dei legali della famiglia Mondello. «Siamo sempre più convinti che la donna sia stata ammazzata da qualcuno che poi ha messo in atto una messinscena, spostando il suo corpo sotto il traliccio per creare un depistaggio».
Sono
diversi i punti rimasti oscuri di questo giallo. Mondello, che sui ritardi nelle ricerche ha presentato un esposto, adesso ha anche messo in campo una sorta di taglia per tentare di invogliare chiunque sappia o abbia visto qualcosa a contribuire per continuare in quella «ricerca di verità» che aveva promesso anche il giorno dei funerali della moglie e del figlio.