Archiviazione. È la decisione che il giudice per le indagini preliminari ha preso in merito alla denuncia presentata dall’ex direttore generale dell’università Lucio Maggio nei confronti del rettore Giacomo Pignataro e del dirigente che lo ha sostituito per breve tempo, Piergiorgio Ricci. La vicenda è legata alla sospensione e alla successiva revoca dell’incarico a Maggio disposti tra aprile e maggio 2014. Assieme a un ricorso al tribunale del lavoro – che in primo grado ha reintegrato l’ex dg e in appello ne ha annullato il ritorno – Lucio Maggio ha anche presentato la querela con le accuse di abuso d’ufficio, stalking e diffamazione.
A luglio dello scorso anno il pubblico ministero Marco Bisogni ha chiesto l’archiviazione, sostenendo che non ci fossero «i profili di reato evidenziati dal denunziante». Dopo alcune udienze e diversi rinvii, il gip ha accolto la richiesta. A sostituire Lucio Maggio per un breve periodo è stato Piergiorgio Ricci, all’epoca dirigente dell’area prevenzione e sicurezza. Per questo motivo Maggio – il cui avvocato difensore annuncia il ricorso in Cassazione – ha sporto denuncia anche contro il suo successore. L’incarico di direttore generale, poi, è stato affidato a Federico Portoghese.
Lucio Maggio, ricercatore di Diritto romano, è stato nominato dall’ex magnifico Antonino Recca prima dirigente del proprio ufficio staff (nel 2009), poi direttore amministrativo e infine direttore generale. La revoca dell’incarico è scattata dopo alcune divergenze tra l’organo politico universitario – rappresentato dal rettore – e l’allora dg. Le cause che hanno portato al licenziamento sono state un parere, giudicato errato, fornito da Lucio Maggio in una questione di competenza del rettore e il rinnovo in maniera autonoma di due contratti dirigenziali già indicati (assieme ad altri tre) come non conformi alla legislazione in materia dall’avvocatura di Stato. La linea di difesa seguita dal docente è sempre stata la differenza tra le competenze delle due figure, per le quali non sarebbe prevista una sudditanza. Dopo il richiamo formale – ritenendosi «vittima di un provvedimento di inaudita gravità» – Lucio Maggio aveva denunciato al tribunale del lavoro l’intero ateneo, che ne ha accolto in prima istanza le richieste, salvo poi perdere il ricorso in appello.
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