Un presidente dell’Ars in cravatta…

 Sebastiano Di Bella è stato designato capo di gabinetto del nuovo presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. In questa fase, possiamo dire di aver sbagliato previsione. Qualche settimana fa, infatti, abbiamo scritto che, se Ardizzone fosse diventato presidente dell’Ars, Di Bella sarebbe diventato il nuovo segretario generale, al posto di Giovanni Tomasello.

Finora ci siamo sbagliati. Perché Di Bella, come già accennato, va ad occupare il posto, comunque importante, di capo di gabinetto del nuovo presidente dell’Ars (per la cronaca, è il primo atto firmato dal presidente Ardizzone). Resta da capire come e se cambieranno gli equilibri nell’alta burocrazia di Palazzo Reale. L’unico dato certo è che i quattro anni della presidenza di Francesco Cascio non verranno ricordati come i migliori nella vita dell’Assemblea regionale siciliana. Anzi.

In questi quattro anni, all’Ars, se ne sono viste di tutti i colori. Nell’ultimo scorcio di legislature, anche un pignoramento. Conclusosi con una penosa quanto ingloriosa marcia indietro dei vertici dell’Ars.

Per non parlare della storia, poco edificante, di alcuni alti burocrati che, in barba a una sentenza del Tar, si sono messi in tasca un’indennità legata allo svolgimento del servizio di leva. Uno schiaffo a una Sicilia dove le famiglie e le imprese non arrivano alla fine del mese. Una manifestazione di arroganza da parte di soggetti che già guadagnano, ogni mese, un sacco di soldi.

I quattro anni di Cascio passeranno alla storia anche per l’istituzione di una nuova figura: il segretario generale aggiunto dell’Ars. Nomina di cui i siciliani, con rispetto parlando, non avvertivano il bisogno.

Dei quattro anni del presidente Cascio non abbiamo avuto nemmeno il ‘piacere’ di conoscere l’entità e le modalità di spesa dei fondi riservati. Tutto opaco.

Il nuovo presidente Ardizzone ha detto che l’Ars diventerà una “casa di vetro”. Vedremo se, alle parole, farà seguire i fatti.

Fino ad ora le poche parole pronunciate dal neo presidente Ardizzone sono state banali e sbagliate.

E’ banale richiamarsi all’obbligo della cravatta per entrare nella sede dell’Ars. La prescrizione è già nota da tempo. Risale agli anni dell’ex presidente, il socialista Salvatore Lauricella, che avendo partecipato, negli anni ’50 del secolo scorso, all’occupazione delle terre, negli anni ’80, ormai abbondanemente ‘imborghesito’, trovava giusto dare decoro all’Ars con la richiesta della cravatta.

Ci permettiamo di ricordare, egregio presidente Ardizzone, che l’idea che un uomo sia vestito decorosamente solo se indossa la cravatta appartiene alle persone di media cultura. O a certi circoli ‘esclusivi’ dove le persone passano il tempo provando a darsi un ‘contegno’.

Noi riteniamo che un uomo, per essere vestito decorosamente, non abbia bisogno della cravatta. Dovrebbero essere altri i requisiti per entrare nel Parlamento siciliano.

Noi ci auguriamo che l’assessore Franco Battiato – che, ne converrà, egregio presidente Ardizzone, è un uomo di alta cultura – si rechi a una seduta di Sala d’Ercole senza cravatta. Almeno solleveremo il caso.

Il secondo scivolone di Ardizzone riguarda l’Alta Corte per la Sicilia. Il nuovo presidente è giovane e, forse, non sa nemmeno di cosa parla. Ci auguriamo che il dottore Di Bella, che invece sa benissimo cos’è l’Alta Corte per la Sicilia, trovi il tempo per illustrare al novo presidente di cosa si tratta. Anche per ricordargli che la Sicilia è una Regione a Statuto autonomo.

La seconda cosa sbagliata detta da Ardizzone è il richiamo al Governo Monti. Presidente: considerato i danni che Monti sta producendo al nostro Paese, questa – almeno questa – la poteva evitare.

Un ascaro alla presidenza dell’Ars?”L’Alta Corte è un ramo secco dello Statuto siciliano”

 

 

 


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