I lavori dovrebbero iniziare «entro la fine del 2026» e si dovrebbero concludere nell’autunno del 2028. Parliamo dei termovalorizzatori che il governo Schifani vuole realizzare in Sicilia: uno nell’area di Palermo (a Bellolampo), l’altro in quella di Catania (all’interno della zona industriale di Pantano D’Arci). Il costo degli impianti dovrebbe essere di circa 800 milioni […]
Termovalorizzatori in Sicilia, Schifani: «I lavori inizieranno entro la fine del 2026»
I lavori dovrebbero iniziare «entro la fine del 2026» e si dovrebbero concludere nell’autunno del 2028. Parliamo dei termovalorizzatori che il governo Schifani vuole realizzare in Sicilia: uno nell’area di Palermo (a Bellolampo), l’altro in quella di Catania (all’interno della zona industriale di Pantano D’Arci). Il costo degli impianti dovrebbe essere di circa 800 milioni di euro. «I tempi di definizione, dal momento dell’aggiudicazione della gara, previsti secondo il nostro cronoprogramma, sono di 580 giorni dall’inizio dei lavori», ha detto Schifani in risposta ad alcune domande fatte nel corso dell’audizione alla seduta della Commissione parlamentare di inchiesta sul tema dei rifiuti in Sicilia. Oltre a presiedere il governo regionale, Schifani è anche commissario per la gestione dei rifiuti in Sicilia. Durante l’audizione Schifani ha annunciato che l’inizio dei lavori avverrà «entro la fine del 2026» e che la conclusione dei lavori – stando ai 580 giorni di cui si diceva – dovrebbe avvenire nell’autunno del 2028.
«L’obiettivo di questa presidenza – ha aggiunto Schifani – è quello di realizzare i termovalorizzatori evitando impugnative. Stiamo investendo su risorse umane notevoli. Questa è una grande scommessa. Credo che in passato si è provato a farlo – ha detto il presidente della Regione – ma adesso abbiamo la risorsa pubblica e la volontà per addivenire a una svolta epocale per la nostra Regione». In merito ai roghi di rifiuti in Sicilia Schifani ha detto che «dall’1 gennaio 2022 al mese di settembre 2024 si sono verificati 56 roghi in discariche e impianti di trattamento rifiuti»; i dati non comprendono però «i numerosi interventi dei vigili del fuoco per la combustione di materiali vari, legati al fenomeno diffuso dell’abbandono dei rifiuti». «La pratica illegale della combustione del materiale plastico derivante dalla rifunzionalizzazione delle serre, cosiddette fumarole – ha aggiunto Schifani – è purtroppo diffusa nei territori della provincie di Caltanissetta e di Ragusa».