Vertice Mise, su Termini da Blutec impegni precisi «Azienda conferma piano ma ora bisogna vigilare»

Permangono ancora molte incertezze sul progetto di reindustrializzazione di Termini Imerese. L’incontro di oggi pomeriggio al Mise, a Roma, alla presenza del ministro Federica Guidi, del vicepresidente della Regione siciliana, Mariella Lo Bello, e dei rappresentanti della Blutec, la società che ha il compito di rilanciare il polo industriale palermitano dopo l’addio di ex Fiat (oggi Fca), non sembra aver fugato i dubbi dei lavoratori e sindacati. Nonostante le rassicurazioni dopo la riunione, l’ennesima, sul tavolo romano restano ancora troppi nodi da sciogliere. A partire dall’annosa questione del processo di ricapitalizzazione già sottoscritto, 24 milioni di euro (di cui circa 14 milioni sono già stati depositati) da versare entro l’anno. Si tratta della chiave di volta dell’accordo in assenza della quale, a partire da gennaio, il cronoprogramma rimarrebbe senza sostanza, con il rischio concreto di dire addio agli ammortizzatori sociali e per i circa 700 operai potrebbero partire già le prime lettere di licenziamento.

Nel corso della riunione, tuttavia, Blutec ha fornito finalmente una data precisa, aprile 2016, per iniziare il progressivo riassorbimento delle tute blu. Secondo i programmi aziendali, entro la fine del prossimo anno dovrebbero essere richiamati in servizio 250 sul totale dei lavoratori ex Fiat attualmente in cassa integrazione. I corsi di formazione, invece, dovrebbero partire a breve, il 14 dicembre. Ma queste rassicurazione da sole non sembrano aver convinto le parti sociali, ormai scettiche dopo tanti mesi trascorsi invano. «Da un anno ripetono sempre le stesse cose e vorremmo essere i primi a crederci – ha detto a MeridioNews il segretario generale della Fiom Cgil Sicilia, Roberto Mastrosimone -. La Blutec ha ribadito l’ennesimo impegno per la ricapitalizzazione e i corsi di formazione ma il nostro giudizio rimane incerto, non mi pare che la riunione di oggi abbia messo la parola fine alle nostre preoccupazioni. Continuano a esserci dei dubbi, soprattutto sul fronte degli investimenti, un passaggio fondamentale. Dal canto nostro – ha ribadito – manterremo alta l’attenzione e nei prossimi giorni vigileremo per verificare che quanto promesso sia effettivamente mantenuto».

«Ad aprile 2016 – hanno detto Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm del settore automotive, e Vincenzo Comella, segretario della Uilm di Palermo – avremo un primo fondamentale riscontro della possibilità di dare finalmente attuazione al progetto di reindustrializzazione di Termini Imerese, poiché la società investitrice Blutec promette che in quel mese inizierà il progressivo riassorbimento dei lavoratori». Nessuna conferma, invece, dei progetti di investimento ulteriori nell’area industriale di Termini Imerese, quali ad esempio Mossi & Ghisolfi o Landi, che sarebbero dovuti servire a dare risposte ai lavoratori delle imprese dell’indotto oramai cessate: «Di questo purtroppo non vi è più traccia – hanno aggiunto – a maggior ragione urge un incontro con la Regione Sicilia, per cercare di dare le doverose tutele in termini sia di ammortizzatori sociali sia di politiche attive di reinserimento».


Dalla stessa categoria

I più letti

Giustizia per Emanuele Scieri

«Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che, per un certo periodo, sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre». È da un aforisma del mahatma Gandhi che ha preso spunto l’avvocata Alessandra Furnari nella sua discussione durante il processo per l’omicidio volontario aggravato di Emanuele Scieri, il parà siracusano 26enne in servizio militare trovato cadavere nell’agosto del 1999 […]

«Una macchina di imbrogli e di sotterfugi manzoniana che si è sviluppata sull’esigenza di un costrutto che doveva raccontare un’altra versione dei fatti». Così il procuratore di Pisa Alessandro Crini ha definito la ricostruzione da parte dell’esercito di quanto accaduto all’interno della caserma Gamerra nell’agosto del 1999 nel corso della sua requisitoria a cui è […]

Catania archeologica, l`occasione mancata

In una nota protocollata al Comune etneo a metà gennaio l'associazione di piazza Federico di Svevia chiede di gestire il bene del XII secolo, abbandonato, per garantirne «a titolo gratuito e senza scopo di lucro, la fruibilità». Adesso interrotta dal cambio del lucchetto del cancello da cui vi si accede e dalle divergenze con uno degli abitanti, che risponde: «C'era il rischio per la pubblica incolumità»

I processi a Raffaele Lombardo