C’è chi si è avvalso della facoltà di non rispondere e chi ha respinto le accuse che gli vengono contestate. Si sono concluse così le udienze di convalida dei fermi per i sette giovani indagati – due minorenni e cinque maggiorenni, tutti di origini egiziane ma in Italia da anni – accusati dello stupro di […]
Stupro di gruppo villa Bellini: gli indagati non rispondono al giudice o respingono le accuse: «Ero lì per caso»
C’è chi si è avvalso della facoltà di non rispondere e chi ha respinto le accuse che gli vengono contestate. Si sono concluse così le udienze di convalida dei fermi per i sette giovani indagati – due minorenni e cinque maggiorenni, tutti di origini egiziane ma in Italia da anni – accusati dello stupro di gruppo ai danni di una 13enne, con il fidanzato 17enne tenuto fermo e costretto ad assistere, avvenuto nel tardo pomeriggio di martedì 30 gennaio nei bagni pubblici della villa Bellini di Catania. A respingere le accuse davanti al giudice per le indagini preliminari sono stati i due – un minorenne e un ragazzo che è stato accertato dopo che, da poco, ha già compiuto 18 anni – che avrebbero avuto una parte attiva nella violenza sessuale di gruppo aggravata. Un primo avvocato nominato d’ufficio Giovanni Avila aveva rinunciato alla difesa.
Due maggiorenni avrebbero fatto scena muta. Uno, il giovane che si era confidato con un’operatrice della comunità di accoglienza in cui era ospite e che aveva collaborato con gli inquirenti per l’individuazione degli altri, ha confermato quanto già riferito: il ragazzo ha sostenuto davanti al gip che era alla villa Bellini ma che non ha preso parte alla violenza. Un altro ha smentito anche la partecipazione alle fasi iniziali dell’aggressione alla coppia di fidanzatini. «Dei miei assistiti – conferma l’avvocato Alessandro Fidone a MeridioNews – uno, che vive in una comunità, si è avvalso della facoltà di non rispondere; l’altro, che lavora ad Acireale (in provincia di Catania, ndr) invece, si è fatto interrogare e ha risposto alle domande del gip dicendosi estraneo ai fatti: era sul posto ma non ha partecipato all’aggressione, essendosi limitato solo a guardare».
«Il mio assistito – aggiunge l’avvocato Salvatore Ganci che assiste il ragazzo maggiorenne che si trova agli arresti domiciliari – nel suo interrogatorio lampo, ha confermato quanto aveva detto prima e ha spiegato che la sua presenza sul posto è stata del tutto casuale: era lì perché ha sentito gridare. Si è reso conto della gravità dei fatti sin da subito e, per questo, ha parlato con gli operatori della comunità e poi con i carabinieri. Inoltre – sottolinea il legale – pare che ci fossero tra i sette e i dieci ragazzi». Al momento, il fermo ne indica solo sette ma dalle indagini potrebbe emergere altro. L’esito delle udienze di convalida dei fermi dovrebbe arrivare tra la serata di oggi o, al massimo, la mattinata di domani.