Stupro di gruppo villa Bellini, il legale che ha rinunciato alla difesa: «Il no della ragazza era chiaro, non me la sono sentita»

Sono iniziate le udienze di convalida dei fermi dei sette indagati per la violenza sessuale di gruppo alla 13enne avvenuta, davanti al fidanzato 17enne tenuto bloccato a guardare, all’interno della villa Bellini di Catania alle 19.30 di martedì 30 gennaio. Alcune si terranno su piattaforme online, altre in presenza. Davanti al giudice per le indagini preliminari Carlo Umberto Cannella ci sono sia i quattro maggiorenni che i tre minorenni, tutti di origine egiziana, in Italia da anni ospitati da comunità della zona. Al momento, sono assistiti da avvocati nominati d’ufficio e hanno diritto al gratuito patrocinio.

Il primo legale a essere stato nominato era Giovanni Avila che ha però rinunciato al mandato. «Non ne faccio una questione morale – risponde l’avvocato a MeridioNews – ma, oltre a questioni di incompatibilità, dopo avere letto gli atti non me la sono sentita». Eppure, Avila è stato il difensore di Agatino Valentino Spampinato, uno dei tre giovani condannati per lo stupro di gruppo avvenuto la notte del 16 marzo del 2019 in piazza Europa ai danni di una 19enne statunitense. «La differenza è che qui, a mio parere, non c’è alcun margine di interpretazione: la vittima non ha certamente dato alcun consenso», aggiunge il legale per motivare la rinuncia alla difesa. Una violenza sessuale di gruppo, quella ai danni dell’adolescente, che è avvenuta nei bagni del principale giardino pubblico del centro di Catania, in un tardo pomeriggio di uno dei giorni in cui la città si preparava ai festeggiamenti per Sant’Agata.

Secondo quanto è stato ricostruito finora dalla denuncia della vittima e del fidanzato – che hanno poi riconosciuto gli aggressori in un confronto all’americana (dietro un vetro oscurato) – in due avrebbero violentato la 13enne mentre gli altri avrebbero tenuto fermo il fidanzato costretto a guardare e impossibilitato a dare o chiedere soccorso. Quando i due fidanzatini sono riusciti a divincolarsi, hanno dovuto raggiungere via Etnea per essere aiutati da qualche passante che ha dato l’allarme alle forze dell’ordine e chiamato l’ambulanza. Stando a ciò che emerge, pare che la vittima sia riuscita a indicare di sfuggita ai passanti i sette che erano ancora nei dintorni della villa Bellini prima di dileguarsi.

Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e la sostituta Anna Trinchillo hanno chiesto la convalida del provvedimento e l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei quattro indagati maggiorenni e degli arresti domiciliari per il quinto che, durante le prime fasi delle indagini, ha collaborato all’identificazione degli altri che avrebbero partecipato alle violenze. Davanti al Palazzo di giustizia sono stati esposti due striscioni di Femminestorie, Sham officine coordinamento contro la violenza e contro il femminicidio e Fright diritti senza confini.


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