«Dove devo andare? Me lo hanno chiesto alcuni turisti mercoledì, quando ci sono state le due eruzioni dello Stromboli. Non sapevo cosa dirgli». A parlare è Gianluca Giuffrè che a Ginostra, frazione del centro eoliano gestisce un piccolo negozio di generi alimentari. Dopo l’incontro di ieri sera con l’amministrazione comunale di Lipari, ha deciso di scrivere una lettera aperta al presidente della regione Nello Musumeci. «Chiediamo che qualcuno prenda per mano la situazione». Giuffrè è nato sotto lo Stromboli e ha vissuto tutte le eruzioni compreso lo tsunami del 2002. «Non temo il vulcano, ho più paura di chi ci deve mettere in sicurezza e nelle condizioni di fronteggiare l’emergenza – spiega -. Dopo la forte esplosione ci siamo rimboccati le maniche e con l’aiuto di tanti volontari siamo riusciti a rimetterci in piedi e a ricominciare la vita di tutti i giorni».
Nella lettera racconta anche che ieri ha fatto tornare sull’isola i suoi due gemelli di due anni e la moglie. «Ho riaperto il negozio e siamo pronti ad accogliere i turisti, che saranno ancora più consapevoli di visitare un vulcano vivo ed attivo da millenni», sottolinea. Ginostra, però, resta bisognosa dell’intervento delle istituzioni. «Va messo in sicurezza il costone, instabile da anni e più volte segnalato», dice l’uomo rivolgendosi a Musumeci. Se non lo si farà eventuali ulteriori scosse dello Stromboli potrebbero farlo franare precludendo le vie di fuga verso il mare. Da mettere in sicurezza è anche l’approdo di protezione civile di Ginostra danneggiato dalle mareggiate e per la quale esiste un finanziamento di 880 mila euro. «Da anni l’iter è fermo e l’unico modo per fuggire in quei momenti e per avere soccorso è dal mare. La nostra vita dipende dalla piena efficienza del molo perché in quei momenti e con le ceneri in aria gli elicotteri non possono atterrare?».
Il lungo elenco delle cose da fare continua e Giuffrè suggerisce al governatore siciliano che i turisti vogliono vedere cartelli con le norme comportamentali da adottare in caso di emergenza. A mancare sono anche le indicazioni sui punti di raccolta. «Non conosciamo il piano di evacuazione e non abbiamo mezzi di comunicazione alternativi per comunicare con l’esterno nei casi, come l’altro giorno, in cui la luce salta e i telefoni diventano muti», aggiunge il residente. La maggior parte dei residenti ha chiesto al sindaco di chiedere lo stato di calamità ma scrive ancora Giuffrè «lo stesso non lo ritiene necessario, forse per paura di danneggiare l’economia turistica, non rendendosi conto di ottenere così l’effetto inverso». «Signor presidente – conclude l’uomo – la invito a venirci a trovare e a constatare di persona quello che dico. Indichi la via da seguire al nostro sindaco aiutandoli a fare quello che va fatto e se non hanno le capacità e le risorse per farlo li aiuti lei li affianchi in questo percorso».
Pochi minuti fa è arrivata la risposta del governatore. «Sarò a Ginostra nei prossimi giorni per verificare di persona quello che serve fare e che non è stato fatto negli anni passati – si legge in una nota -. Servono interventi a breve e a medio termine, legati non solo alla recente attività del vulcano. Ed in questo senso lavoreremo, insieme agli amministratori e agli operatori locali».
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