Sicurezza a Palermo, la Lega fa lo sgambetto alla maggioranza: «Subito le zone rosse»

Una forte morsa sulla città. Metal detector diffusi, perquisizioni a tappeto per quanti, a vario titolo, gravitano nella sfera legata dalla criminalità organizzata. E zone rosse. È questo il sunto del piano di sicurezza per Palermo presentato questa mattina dalla Lega, nella sala stampa dell’Assemblea Regionale Siciliana. A partecipare il deputato regionale Vincenzo Figuccia, la consigliera comunale Sabrina Figuccia e il vicepresidente del Consiglio comunale di Palermo Giuseppe Mancuso. Che ha approfittato dell’occasione per annunciare il suo passaggio nelle file del partito di Matteo Salvini.

La Lega tra scontri di piazza e malamovida

In contemporanea con l’incontro a Roma tra il presidente della Regione Renato Schifani e il sindaco della Città metropolitana di Palermo Roberto Lagalla con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, arriva così l’ennesimo sgambetto della Lega alla maggioranza di governo dell’Isola. Vincenzo Figuccia, dopo aver fatto il punto sulla scia di violenza delle ultime settimane a Palermo, ha ripreso i temi cari al segretario del Carroccio. Quelli degli scioperi e le manifestazioni sul territorio nazionale, che «non sempre ha visto atteggiamenti corretti da parte dei manifestanti».

Paolo Taormina ucciso a Palermo.
L’ultimo omicidio a Palermo: il giovane Paolo Taormina

«Alla stampa viene riservato lo stesso trattamento inflitto alla politica – continua Figuccia, nel tentativo di coinvolgere i giornalisti presenti -, diventando così un mero capro espiatorio. Indicatore di una società dominata dall’individualismo e dal capitalismo spinto». Non è potuto mancare il riferimento al recente omicidio del giovane Paolo Taormina a Palermo e le «condoglianze alla famiglia e agli amici a nome dell’Ars». Per poi tornare al punto: il vertice romano «che stiamo seguendo da vicino e nel quale abbiamo avanzato anche noi le nostre proposte».

Dai «tempi delle stragi di mafia» a «subito le zone rosse»

Immancabile, tra le proposte della Lega, sono le zone rosse all’interno delle aree in cui si sviluppa la movida. Traducibili con una serie di controlli per renderle inaccessibili a chi si è macchiato di reati gravi. «La mia libertà finisce dove inizia quella di un altro – cita Figuccia -. Se le attuali regole non sono in grado di garantire la sicurezza nelle nostre città, vanno modificate. Il momento di allerta che sta vivendo Palermo è simile a quello della fase storica delle stragi di mafia. Servono interventi decisi». Come, ad esempio, il divieto di accesso ai locali per determinati soggetti, anche con l’inserimento di metal detector per impedire il possesso di armi nelle aree più sensibili. Non è mancata la sollecitazione a un potenziamento dei sistemi di videosorveglianza e degli impianti di illuminazione, con dei limiti emersi anche nel caso della morte di Taormina. «Luoghi bui da tempesta perfetta», commenta Figuccia.

La sicurezza a Palermo come tema elettorale per la Lega

Per rendere le città più sicure, sempre secondo Figuccia, c’è la necessità di eseguire controlli a tappeto nelle case di quei soggetti legati, a vario titolo, al mondo della criminalità. Fattore da ricollegare a un potenziamento consistente delle forze dell’ordine. Anche su questo punto Figuccia non ha dubbi: «Non ci accontenteremo di una generica concessione – chiosa il deputato -. Vogliamo sapere quanti sono gli agenti messi a disposizione e dove verranno impiegati». Non l’unica soluzione necessaria, ammette, «ma siamo all’anno zero e si deve ricominciare anche sul fronte della giustizia. Serve la certezza della pena e che le forze dell’ordine abbiano libertà d’azione». Toni e contenuti di pancia che ben si sposano con il momento pre-elettorale. Sempre più l’unico focus attuale della politica regionale siciliana.


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