Il copione è sempre lo stesso e uguale è anche il palcoscenico. Basterebbe questo per non affrontare gli incendi estivi come una perenne emergenza. Tuttavia il resoconto del day-after delle fiamme che hanno devastato la Sicilia sembra essere lo stesso degli anni passati. Centinaia di roghi in ogni provincia, tre morti tra Cinisi e San Martino delle Scale, decine di case distrutte e migliaia di persone evacuate. Da giorni metereologici ed esperti avevano indicato il 25 luglio come uno dei giorni da cerchiare in rosso per le alte temperature e il vento. Il sistema però non ha retto così come la prevenzione con il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci, che ha governato per 5 anni la Sicilia, che nella serata di ieri si è appellato a Bruxelles per avere più Canadair. Oggi il presidente della Regione Renato Schifani chiederà invece lo stato di calamità e quello di emergenza. A conti fatti i piromani hanno preso di mira sempre le stesse zone. Come successo alla pineta di Nicolosi, sull’Etna – era già avvenuto nel 2014 – o sulla collina di Vampolieri. Ad essere inghiottita dalle fiamme è stato anche la nota sala ricevimenti Blu Panorama di Aci Catena. In mezzo la chiusura dell’autostrada A18 Catania-Messina e i roghi tra Pedara, Valverde, Tarderia, Belpasso, Riposto e Mascali.
A Palermo gli incendi che hanno stretto la città in una morsa e che hanno mietuto tre vittime: una donna di 88 anni a San Martino delle Scale, frazione di Monreale, colta da malore proprio durante il rogo che ha reso impossibile ai soccorsi di raggiungerla e due anziani, un uomo e una donna, i cui corpi sono stati trovati carbonizzati in un’abitazione non lontano dall’aeroporto di Punta Raisi, nel territorio di Cinisi. Feriti anche due operai della forestale, per loro grosse ustioni e due vigili del fuoco, in maniera più lieve. Da Sud a Nord il capoluogo è stato martoriato dalle fiamme, a partire da monte Grifone, dove la macchia mediterranea brucia ancora in maniera incontrollata. Fuoco, come detto anche a San Martino delle Scale, dove l’incendio ha distrutto la parte alta della collina e il suo bosco e poi è sceso a valle fino a Boccadifalco. Decine le famiglie evacuate sia nel piccolo centro monregalese che nella periferia palermitana. Brucia ancora anche la discarica di Bellolampo, dove le fiamme si sono sviluppate attorno alla quarta vasca nel pomeriggio di sabato e dove i dipendenti della Rap da giorni tentano di arginare i danni, riuscendo anche ad assicurare lo svolgimento della raccolta dei rifiuti, nonostante atti vandalici e caldo abbiano messo fuori uso parecchi mezzi dell’azienda. Brucia pure Inserra, la montagna di fronte Tommaso Natale, dove oltre a molte famiglie evacuate si sono registrate intere abitazioni completamente distrutte dal fuoco. Fuoco che da Inserra si è spinto fino a Cruillas, minacciando l’ospedale Cervello, dove è stato evacuato il padiglione B, ma solo per precauzione. Case distrutte e famiglie in strada anche a Pizzo Sella, sopra Mondello, con l’incendio che ha toccato la riserva di Capo Gallo. In totale sono 1500 gli sfollati tra città e limitrofi. Dall’Asp palermitana è arrivata la raccomandazione a non uscire di casa per il forte caldo e il fumo che ha invaso intere zone. Intanto la città è un po’ più isolata: chiuso l’aeroporto Falcone e Borsellino, riaperto in mattinata solo per i voli in uscita. Chiusa l’autostrada Palermo-Mazara, dove è andata a fuoco una concessionaria all’altezza di Isola delle Femmine. E problemi anche sulla A19 e sulla Palermo-Messina.
Anche Siracusa e provincia non sono state risparmiate dalle fiamme. Nel capoluogo aretuseo – già nei giorni scorsi colpito dal black out – la situazione più critica è quella che si è registrata in viale Santa Panagia, nella zona Nord. Un incendio è divampato nel quartiere del villaggio Miano dove è stata necessaria l’evacuazione dei residenti per un rogo che, a causa delle alte temperature e del vento, è arrivato fino alla Pizzuta. Per questioni di sicurezza sono stati chiusi viale Epipoli e viale Scala Greca. In provincia, un grosso incendio divampato a Melilli e Villasmundo ha costretto alla chiusura, nel pomeriggio, della strada statale 114 orientale sicula tra Siracusa e Catania. Tra gli svincoli di Augusta e Priolo Gargallo, il fumo ha invaso la carreggiata. In mattinata, un rogo ha distrutto uno stabilimento balneare – il Joy Beach – ad Avola, in contrada Piccio. Stando a quanto è stato ricostruito, in poco tempo le fiamme hanno raggiunto delle bombole a gas e avvolto la struttura da cui dipendenti e bagnanti sono riusciti ad allontanarsi in tempo. Anche a Noto, in contrada San Lorenzo due roghi hanno danneggiato un lido e una villetta. Le persone sono state portate via, qualcuno anche dopo avere respirato molto fumo. A Portopalo di Capo Passero, un incendio ha interessato la casa di riposo comunale e gli anziani sono stati trasferiti in una struttura tensostatica. Fuoco anche a Marzamemi, Priolo Gargallo e nella frazione di Melilli, Città Giardino.
Sono andate a fuoco anche diverse aree della provincia di Messina. Una situazione per cui dalla prefettura è arrivata la raccomandazione ai cittadini di evitare gli spostamenti non necessari. Tra le situazioni più critiche c’è quella di Oliveri, il piccolo comune che è stato necessario evacuare completamente per le fiamme che hanno divorato i terreni tutt’attorno minacciando le abitazioni. A Messina le fiamme hanno riguardato le zone Annunziata, Curcuraci, Faro Superiore, Tono, Castanea e Masse. In città diverse aree hanno avuto disservizi di luce e acqua. Roghi anche tra Giardini Naxos e Taormina. Qui, nel quartiere Mazzeo, è stato necessario evacuare gli ospiti di un agriturismo lambito dalle fiamme. L’area di servizio della Tindari è stata distrutta da un incendio. Un rogo ha causato disagi alla viabilità lungo il tratto autostradale tra Roccalumera e Taormina. Chiusa anche l’autostrada A20 tra Patti e Falcone in entrambe le direzioni.
E le fiamme non hanno risparmiato nemmeno la provincia di Trapani. Tra le situazioni più critiche c’è quella del parco archeologico di Segesta che è stato raggiunto da un vasto incendio partito dall’autostrada. Il rogo ha distrutto il punto ristoro e avvolto il tempio dorico. Tutt’attorno strutture turistiche e casa sono state evacuate. Il sindaco di Calatafimi-Segesta Francesco Gruppuso ha parlato di «una vera e propria tragedia» e ha lanciato l’appello a chiunque sappia qualcosa a denunciare «la mano criminale». A San Vito Lo Capo a bruciare è stato il villaggio turistico di Calampiso. Una struttura turistica da cui 28 persone sono state tratte in salvo dalla guardia costiera che le ha aiutate a rifugiarsi verso il mare. Da lì, sono stati i proprietari di diverse barche private a trasportare le persone fino alla motovedetta della capitaneria di porto che, a causa del forte vento e del mare mosso, non è riuscita a intervenire con il gommone.
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