«Abbiamo deciso di premiare il merito - ha detto il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone -. In piazza ci saranno anche tanti lavoratori della scuola fomentati ad hoc. C'è chi ancora crede che #labuonascuola leda il diritto costituzionale della libertà di insegnamento e che abbia un impianto troppo autoritario, dando strapotere al preside. E chi la pensa così è il segretario Cgil, Susanna Camusso»
Sciopero scuola, il dissenso di Faraone «In piazza ci sarà una minoranza del Paese»
Il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, ha usato Fb per esprimere il suo dissenso a questo sciopero: «In piazza ci sarà una minoranza del Paese, la più chiassosa, ma sempre di minoranza si tratta – ha scritto -. I sindacati conservatori costruiscono le paure e poi le cavalcano. Noi abbiamo dal primo giorno puntato sulla fiducia e sulla speranza. È più dura, ma siamo certi che ce la faremo. Il Paese ha bisogno di riforme. Anche la scuola. In due anni assumiamo 160.000 precari, ma nelle graduatorie ci sono 550.000 persone, qualsiasi scelta avessimo fatto ne avremmo avuti 400.000 contro. Lo sapevamo, ma noi abbiamo deciso di chiudere con il precariato e con la didattica precaria, quella delle supplenze brevi, degli insegnanti meteore. Abbiamo deciso di premiare il merito. In piazza ci saranno anche tanti lavoratori della scuola fomentati ad hoc. C’è chi ancora crede – scrive ancora il sottosegretario – che #labuonascuola leda il diritto costituzionale della libertà di insegnamento e che abbia un impianto troppo autoritario, dando strapotere al preside. E chi la pensa così è il segretario Cgil, Susanna Camusso, che in un’intervista a la Repubblica dice che questa riforma premia il dirigente scolastico più forte rispetto a quello più bravo, creando scuole di serie A e di serie B, quest’ultime concentrate in zone a rischio come Scampia o lo Zen di Palermo. Ma la Camusso c’è stata mai allo Zen di Palermo? Io ho fatto politica lì per anni e vi assicuro che ci sono scuole che fanno molto bene in quel quartiere, sopperendo anche alle mancanze dello Stato. Noi premieremo le scuole che fanno bene, non quelle più ricche».