San Cristoforo, terme romane abbandonate I cittadini propongono: «Adottiamole»

«E se fossero i nostri baldi cittadini ad adottare l’ambiente termale e prendersene cura»? È questa la provocazione lanciata dagli utenti del sito web Urbanfile sulle terme di Sant’Antonio, nel quartiere di San Cristoforo. Il sito raduna un gruppo di catanesi che si occupa di far conoscere ai cittadini ignari le tante bellezze della città abbandonate a se stesse. Questa volta hanno deciso di lanciare una proposta partendo dalle terme di epoca romana. La zona «era nota anche come Case Sapuppo, un piccolo agglomerato di case terranee e solarate di proprietà della prestigiosa famiglia che gliene dava il nome, presente a Catania dalla fine del Cinquecento». Un punto di particolare interesse, anche per la presenza della casa natale del celebre compositore Giovanni Pacini, nato nel 1796.

Un luogo importante dunque, ma chiuso, abbandonato e pressoché sconosciuto. Alle terme, di cui si riconoscono il frigidarium, il laconicum e il calidarium, fu eseguito un intervento di recupero negli anni ’90, ma a distanza di tempo, appare chiaro come piuttosto che facilitare e migliorare la fruibilità del sito, ne abbia peggiorato le condizioni. È stata, infatti, costruita una struttura in ferro, peraltro «per nulla apprezzata dai residenti», come si legge su Urbanfile, i cui vetri, complice la forte esposizione al sole, si sono opacizzati rendendo difficile la vista delle terme. E così da struttura di interesse per cittadini e turisti si è trasformata in serra, con la proliferazione sia di vegetazione spontanea che di zanzare. Anche una colonia felina vi ha trovato casa.

Il sito dovrebbe essere gestito dalla Sovrintendenza mediante il Parco archeologico greco-romano di Catania, ma nulla ad oggi è stato fatto per recuperarlo, così sono i cittadini in prima persona a chiedere di prendersene cura. «Si dovrebbe semplicemente creare sinergia tra cittadini e istituzioni», afferma uno dei promotori dell’iniziativa il cui nick è Archeo. «Noi ci potremmo occupare della pulizia straordinaria e di fare da ciceroni per le visite, il Parco dovrebbe occuparsi della pulizia ordinaria e mettere a disposizione i custodi. Magari spostarne uno dal servizio al teatro greco, anche solo qualche giorno», spiega.

L’idea, in realtà, si vorrebbe sviluppare molto più in là della semplice apertura delle terme di Sant’Antonio. Si vorrebbe un vero e proprio rilancio del turismo cittadino ecocompatibile di cui i catanesi siano protagonisti responsabili. «La zona è ricca di siti archeologici e si potrebbe creare una via archeologica pedonale che dal castello Ursino arrivi a San Cristoforo passando per la città giudecca», dichiara Archeo. «È un gran peccato che il parco archeologico abbia così tanta ricchezza di beni, ma così poco conosciuti e così poco tutelati. Dobbiamo riunirci e fare in modo che sia la gente a ridare la città ai cittadini», conclude.

 

[Foto di Archeo]


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Un gruppo di volontari animatori del sito Urbanfile ha richiesto di potersi occupare della manutenzione delle terme romane di Sant’Antonio. La struttura, nel quartiere di San Cristoforo, è abbandonata da anni. La loro idea è «restituire il bene abbandonato ai cittadini in sinergia con le istituzioni». E propongono un sentiero pedonale che unisca la città archeologica partendo dal castello Ursino per arrivare alla città giudecca

Un gruppo di volontari animatori del sito Urbanfile ha richiesto di potersi occupare della manutenzione delle terme romane di Sant’Antonio. La struttura, nel quartiere di San Cristoforo, è abbandonata da anni. La loro idea è «restituire il bene abbandonato ai cittadini in sinergia con le istituzioni». E propongono un sentiero pedonale che unisca la città archeologica partendo dal castello Ursino per arrivare alla città giudecca

Un gruppo di volontari animatori del sito Urbanfile ha richiesto di potersi occupare della manutenzione delle terme romane di Sant’Antonio. La struttura, nel quartiere di San Cristoforo, è abbandonata da anni. La loro idea è «restituire il bene abbandonato ai cittadini in sinergia con le istituzioni». E propongono un sentiero pedonale che unisca la città archeologica partendo dal castello Ursino per arrivare alla città giudecca

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