Un déjà vu. Ecco cosa è andato in scena sui piccoli schermi quando, qualche minuto dopo le 20.30 di mercoledì sera su Raiuno, i telespettatori si sono sfregati gli occhi convinti di avere fatto un salto indietro nel tempo di più di vent’anni. Cioè a una puntata del 2001 della trasmissione Porta a Porta durante […]
Salvini mostra da Bruno Vespa il plastico del ponte sullo Stretto di Messina. Ed è subito effetto déjà vu
Un déjà vu. Ecco cosa è andato in scena sui piccoli schermi quando, qualche minuto dopo le 20.30 di mercoledì sera su Raiuno, i telespettatori si sono sfregati gli occhi convinti di avere fatto un salto indietro nel tempo di più di vent’anni. Cioè a una puntata del 2001 della trasmissione Porta a Porta durante la quale, davanti al presentatore Bruno Vespa, l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva presentato il suo modellino del progetto del ponte sullo Stretto di Messina. Adesso, stessa scena, praticamente stesso plastico dell’infrastruttura più promessa d’Italia, stesso Bruno Vespa (anche se la trasmissione ora dura ed è Cinque minuti, dopo il Tg1) ma, al posto di Berlusconi, c’è il vicepremier e ministro dei Trasporti leghista Matteo Salvini. Forse un omaggio, forse una poetica citazione quasi cinematografica, per le malelingue si sarebbe trattato più che altro di un plagio.
Appena qualche anno fa, il leader della Lega non era entusiasta all’idea del ponte tra Calabria e Sicilia che, rilanciato nel 2016 da Matteo Renzi, per Salvini «non sta neanche in piedi». Sette anni dopo, non solo starebbe in piedi – almeno nella realizzazione in miniatura – ma per il ministro è diventato «un gioiello dell’ingegneria italiana nel mondo». Nei piano del leader del Carroccio, quello non in scala, dovrebbe essere pronto all’uso tra «cinque o sei anni al massimo», con i lavori che dovrebbero partire con la posa della prima pietra «entro due anni». Un cronoprogramma preciso che, per molti, resta solo «propaganda». Intanto, a conti fatti, l’infrastruttura dovrebbe costare sette miliardi di euro. «Costa meno di un anno di reddito di cittadinanza e – ha commentato Salvini – è un’opera che rimane per anni, anni e anni. I soldi li prende lo Stato e se dei privati vorranno dare una mano saranno i benvenuti». Sperando che, a differenza del plastico, il progetto per quello reale non finisca nel nulla da un lato e dall’altro.