Salvini annuncia il Ponte sullo Stretto ma il ministero finanzia un progetto contrapposto. «Fa solo propaganda»

«Il progetto di cui parla Matteo Salvini non lo abbiamo ancora visto anche perché il nuovo studio di fattibilità del Ponte sullo Stretto sarà pronto solo ad agosto». È il segretario della commissione Trasporti della Camera dei deputati Luciano Cantone a rispondere all’annuncio fatto ieri dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture sull’opera che dovrebbe unire la Sicilia alla Calabria. «Ci vogliono due anni per partire con i lavori e cinque o sei anni per costruirlo», ha dichiarato il leader leghista parlando di un Ponte del futuro: «Sarà l’opera più green ed ecocompatibile al mondo», ha aggiunto tornando su un tema sempreverde che si ripete da più di cinquant’anni come un mantra in una politica in costante campagna elettorale. «Detto così, in effetti – sostiene il deputato pentastellato – quello di Salvini sembra uno spot elettorale da prendere con le pinze». A pensarla così è anche Fabrizio Ferrandelli, membro della segreteria nazionale di Azione con delega all’Autonomia che al ministro chiede «di occuparsi delle priorità di quest’Isola con la stessa intensità che dedica alla propaganda».

Solo qualche giorno fa, Salvini aveva comunicato che «a metà marzo porteremo in Consiglio dei ministri il decreto Ponte sullo Stretto». Giusto in tempo per la data limite del 31 del mese, quando verrà revocato lo stato di liquidazione della società Stretto di Messina, concessionaria per la realizzazione e gestione del collegamento stabile tra la Sicilia e il resto d’Italia. Tra vecchi progetti rilanciati e relazioni di esperti sempre uguali da quasi trent’anni, adesso a fare dubitare della totale genuinità delle comunicazioni fatte dal ministro è, però, soprattutto un documento pubblico: quello sui contratti di programma stipulati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con la società Rete ferroviaria italiana per il quinquennio 2022-2026. Oltre 1090 pagine in cui, tra le «direttrici di interesse nazionale», trova spazio anche la «velocizzazione dell’attraverso dinamico dello Stretto di Messina». Dove con «dinamico» si intende l’attraversamento senza il ponte, come avviene da sempre e tutt’ora. Ma con qualche novità già finanziata con 315 milioni di euro (235 del Mef e 80 del Mit): «In questo documento – spiega il deputato del M5s Luciano Cantone a MeridioNews – si parla della realizzazione e dell’acquisto di due grandi navi per trasportare i treni Frecciarossa nel tratto di mare che separa la Sicilia dal resto dell’Italia. Un’opera che sembra in contrapposizione con il progetto del Ponte che, comunque – sottolinea – noi non abbiamo ancora visto, e con una sua rapida realizzazione». E questo, almeno per il momento, risulta essere l’unico documento ufficiale già programmato, quindi anche con un impegno di spesa.

«Il programma prevede iniziative volte al rinnovo e all’upgrading della flotta – si legge nel documento – per garantire la continuità territoriale dei servizi ferroviari». Una flotta che «recentemente si è ringiovanita» con l’entrata in esercizio di navi traghetto di ultima generazione. «Nell’ambito del programma è previsto l’acquisto di due nuove navi idonee a traghettare treni completi di 200 metri senza operazione di scomposizione, con l’obiettivo di velocizzare le operazioni di attraversamento dinamico dello Stretto di Messina e la realizzazione delle connesse infrastrutture di terra per l’adeguamento delle invasature». Proprio in questi giorni, in commissione Trasporti alla Camera si sta analizzando questo documento. «Già a luglio dello scorso anno – ricorda Cantone parlando al nostro giornale – avevamo presentato anche una soluzione di attraversamento rapida che prevedeva la messa in opera di mini Frecciarossa che potessero tranquillamente arrivare in Sicilia con i traghetti già in uso senza difficoltà poi di circolare». Una proposta di cui, però, nel documento non c’è traccia. «In questo modo – aggiunge il deputato pentastellato – è necessario anche adeguare le ferrovie e gli ingressi dei porti con investimenti supplementari». Anche questi già messi in capitolo nel contratto di programma tra i ministeri e Rfi. «Insomma, almeno per il momento, il ponte non esiste. Sarebbe meglio – afferma il deputato del M5s – avere una visione più complessiva della situazione infrastrutturale e partire da ciò che è già operativo per cercare soluzioni pratiche per migliorarlo».

E, sull’Isola, i margini di miglioramento sono tanti, troppi. Al punto che, l’annuncio del ministro Salvini – con tanto di presunto cronoprogramma – è stato accolto quasi come un’offesa da molti. Uno tra tutti il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino che ha subito risposto con una lettera in cui ribadisce a Salvini che «con i lavori di raddoppio della strada degli scrittori completamente fermi, la città resta isolata dal resto del mondo». E non è la sola in Sicilia. Con «A noi siciliani – è stato il commento di Michelangelo Giansiracusa, sindaco di Ferla (nel Siracusano) e commissario di Azione Sicilia – interesserebbe sapere che entro due anni i cantieri delle nostre autostrade, come quelli del raddoppio ferroviario, possano terminare. Parlare di infrastrutture siciliane – ha aggiunto – significa comprendere quanto sia difficile per un cittadino potersi spostare all’interno della nostra Isola. E quanto questi disagi (e disastri) infrastrutturali – ha concluso Giansiracusa – compromettano anche la nostra economia, non consentendo di attrarre investimenti».


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