Rifiuti, il pressing di A2A per l’impianto di biometano Regione ed Srr: «Pianificazione non spetta ai privati»

«Piccole tessere di un immenso mosaico in continua evoluzione». Le parole che Alberto Pierobon ha scelto di dare il proprio commiato dalla Sicilia – un post garbato in cui non ha trovato spazio la delusione, seguita alla decisione di Nello Musumeci di sollevarlo dall’incarico di assessore – descrivono bene il panorama in cui il tecnico giunto dal Veneto si è mosso in questi tre anni. Contesto che accompagnerà anche l’esperienza di Daniela Baglieri, la nuova assessora ai Rifiuti, nominata più per logiche politiche che per sedare le possibili bacchettate del Tar in merito all’assenza di donne in giunta

Nel mondo dei rifiuti isolano di tessere da sistemare ce ne sono tante e spesso sono talmente simili da creare confusione in chi se le trova fra le mani. Con la conseguenza di favorire quei soggetti che, per citare Pierobon, «si muovono nel buio e brigano per i propri interessi personali». D’altra parte, è sempre bene tenere a mente che quello della munnizza resta uno dei settori più remunerativi. Tanto ricco, quanto fragile. Fra i percorsi lasciati in itinere dall’ex assessore, per quanto a detta di Musumeci abbia «completato il proprio mandato», c’è quello che dovrebbe portare la Regione a svincolarsi dalla dipendenza dei privati e realizzare impianti pubblici. Qualcosa in questi anni è stato senz’altro fatto, molte di più sono le azioni concrete che devono essere ancora compiute. Nell’attesa, una cosa è certa: i privati, che per decenni hanno tenuto in pugno la Sicilia, non hanno alcuna intenzione di mettersi di lato. E che siano discariche o impianti sulla carta più green, i progetti presentati negli uffici palermitani continuano a piovere.

C’è chi è riuscito a ottenere l’autorizzazione con un sospetto iter preliminare, chi si è visto approvare progetti sulla carta decisamente sovradimensionati rispetto alle esigenze dei territori e chi ha visto stoppate le proprie ambizioni per il fatto che non si integravano con i piani degli enti pubblici che, leggi alla mano, sono gli unici ad avere il diritto e il dovere di pianificare la gestione del ciclo dei rifiuti. In quest’ultimo caso si colloca la vicenda che vede protagonista A2A, il colosso dell’energia che vorrebbe realizzare un impianto di produzione di biometano da rifiuti organici nella Valle del Mela. Lì dove un tempo si pensava potesse sorgere un termovalorizzatore. Il progetto, nei mesi scorsi, è stato stoppato dalla commissione tecnico-specialistica dell’assessorato al Territorio, che ha sottolineato come la Srr Messina Area Metropolitana non lo abbia incluso nel proprio piano d’ambito. Ovvero nello strumento che descrive le scelte fatte dall’ente pubblico delegato a organizzare la gestione dei rifiuti nel proprio territorio di competenza. 

Lo stop aveva scatenato non solo la reazione del privato, ma anche di Legambiente. L’associazione, che da qualche anno si trova nella posizione un po’ scomoda dettata dal ricevere finanziamenti da società del settore energetico, tra cui la stessa A2A, ha attaccato la Regione sostenendo che il parere negativo non farà altro che favorire i padroni delle discariche. Di recente, però, una nota della stessa Srr, che l’anno scorso aveva confermato alla Regione di essere intenzionata a soddisfare il proprio fabbisogno in materia di rifiuti organici con due impianti pubblici da realizzare a Monforte San Giorgio e a Mili, ha rilanciato le ambizioni del colosso privato. Nel documento firmato dal presidente Nicola Russo, a nome di tutto il Cda della Srr, si legge che «la propria pianificazione nulla osta al rilascio del provvedimento di autorizzazione sull’infrastruttura in questione (di A2A, ndr), da parte dell’autorità regionale competente». Per poi chiarire che un’eventuale realizzazione dell’impianto nella Valle del Mela «potrebbe essere annoverata quale ulteriore struttura impiantistica distinta da quella della pianificazione d’ambito i cui conferitori vi potranno aderire in conformità alle modalità di regolamentazione contrattuale previste dalla vigente normativa».

Parole che sono state recepite come una porta lasciata socchiusa da parte del pubblico. Tuttavia, le cose non starebbero proprio così e, per quanto l’immenso mosaico che forma la Sicilia sia sempre in evoluzione, per A2A il terreno potrebbe continuare a essere in salita. Per trovare commenti bisogna staccare i microfoni, ma le posizioni sembrano ferme: la legge regionale dice chiaramente che la pianificazione spetta alle Srr e a Messina esistono già due progetti, del tutto simili a quello di A2A, che soddisferebbero l’esigenza dei quasi cinquanta Comuni che aderiscono all’ente. Tutto sta nel finanziarli, ma l’impresa dovrebbe essere tutt’altro che improba se la Regione darà seguito alle promesse di assegnare circa 40 milioni di euro alla Srr. E se invece così non fosse? Se di colpo ci si accorgesse che i soldi per realizzare gli impianti di Monforte San Giorgio e Mili non dovessero esserci tutti? 

In linea teorica, una tale condizione rilancerebbe le azioni del privato, pronto a cogliere una volta di più l’incapacità del pubblico di dare seguito ai propri annunci. Ciononostante, stando a quanto appreso da MeridioNews nelle ultime ore, anche in questo caso la strada che verrebbe presa potrebbe essere diversa da quelle battute in passato. Il piano consisterebbe, infatti, nel mettere a gara la realizzazione del progetto già presente nel portafoglio della Srr dando la possibilità a qualsiasi società con sede in uno dei Paesi europei di partecipare, nella convinzione che non esistono privati di serie A e privati di serie B. E contribuire, come ha auspicato Pierobon nel giorno dell’addio, a illuminare a giorno «ogni zona d’ombra».


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