Progetto pubblico-privato da 41 milioni per biometano Gara per rilanciare la piattaforma dei rifiuti a Mazzarrà

Con la discarica che resta sequestrata, l’obiettivo è quello di rilanciare gli impianti che si trovano lì vicino ma da anni sono fermi e di realizzarne uno, ex novo e molto grande, capace di produrre biometano. C’è un po’ tutto questo al centro della maxi-gara da 41 milioni di euro indetta dalla Srr Messina Provincia a Mazzarrà Sant’Andrea, piccolo centro che nell’ultimo decennio ha avuto nei rifiuti la propria spada di Damocle: con l’emergenza ambientale da una parte e le indagini della magistratura, che hanno comportato anche lo scigliomento per mafia del Comune, sulle infiltrazioni della criminalità organizzata dall’altra.

La gara d’appalto, che sarà gestita dall’Urega, è stata indetta a inizio mese e ruota attorno a un project financing nato dalla proposta della società Asja Ambiente che è stata sposata dalla Srr e che servirà da punto di partenza per le eventuali altre proposte che arriverranno da altri privati. Con la possibilità per Asja Ambiente, così come previsto dal codice degli appalti in materia di project financing, di far valere il diritto di prelazione sul progetto che sarà valutato migliore e più conveniente dall’ente pubblico. In ballo c’è una concessione di 25 anni e la possibilità per il privato di ammortizzare l’investimento con la vendita del biometano prodotto e il pagamento dei conferimenti di rifiuti da parte dei Comuni. A tal proposito, il progetto punta alla lavorazione di due principali matrici: i rifiuti umidi provenienti dalla differenziata e la frazione organica ricavata dall’indifferenziata.

All’aggiudicatario – i termini per partecipare scadranno il 13 ottobre – anche il completamento dell’impianto di selezione dei rifiuti e di biostabilizzazione, la ripresa del funzionamento di quelli che dovrebbero trattare il percolato e il biogas prodotti dalla discarica ma che da anni sono fermi. Mentre il progetto non prevede alcun coinvolgimento della discarica. Scorrendo la documentazione di gara, però, a colpire è il dato riguardante la capacità massima dell’impianto: più di 181mila tonnellate annue, delle quali 100mila provenienti dall’indifferenziato, 60mila dall’organico e la restante parte da materiale ligneo cellulosico. Stando alla legge regionale 9 del 2010, gli enti chiamati alla pianificazione della gestione dei rifiuti devono puntare «all’autosufficienza impiantistica». In altre parole, devono trovare le soluzioni per il fabbisogno del proprio territorio che, nel caso della Srr Messina Provincia, si tratta di 57 Comuni, il più popoloso dei quali è Patti. 

I dati contenuti nel piano d’ambito approvato dalla Srr e relativi al 2012 dicono che la produzione dei rifiuti in quell’area hanno di poco superato le 67mila tonnellate annuali. Poco più di un terzo della capacità prevista dal progetto presentato da Asja Ambiente. «Quei dati non sono aggiornati, gli ultimi dicono che la produzione è stata di quasi 90mila tonnellate», dichiara a MeridioNews il direttore della Srr Giuseppe Mondello. Che poi motiva lo scostamento comunque importante rispetto all’attuale fabbisogno con la fase di transizione in cui il sistema dei rifiuti si trova. «Con la riforma le Srr scompariranno a favore di un numero minore di enti di gestione», aggiunge, facendo riferimento al ddl da quasi un anno fermo all’Ars che prevede la costituzione di nove Ada, una per provincia.

Nelle ultime settimane, altre gare d’appalto hanno riguardato l’area della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Il Comune ha aggiudicato un lavoro da circa 200mila euro, per il ripristino di una porzione di capping (copertura) danneggiata, alla ditta Aveni di Barcellona Pozzo di Gotto che ha saputo giustificare alla stazione appaltante il ribasso anomalo del 35,36 per cento. Il secondo appalto, invece, è stato gestito dal Genio civile di Messina e ha riguardato dei lavori di somma urgenza per la mitigazione del rischio nella discarica. In questo caso la gara – bandita poche settimane prima dall’entra in vigore del decreto Semplificazioni – ha avuto una base d’asta di circa 987mila euro. Una cifra appena inferiore alla soglia, a cui con il nuovo decreto si potrà derogare per un anno, per evitare la procedura aperta e optare per una gara a inviti. A spuntarla è stata la Mi.Co srl di Mussomeli.


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