«Biglietti per i concerti, soldi pubblici utilizzati come se fossero i suoi per agevolare gli amici, presunte consulenze a parenti dopo stanziamenti e una portavoce che accetta regali da 30mila euro». Comincia con questa lista il comunicato stampa inviato dal deputato regionale e leader di Controcorrente Ismaele La Vardera che chiede le dimissioni da presidente […]
Foto di Gaetano Galvagno su Facebook
Galvagno indagato per corruzione, la richiesta di un deputato: «Si dimetta, non può restare presidente dell’Ars»
«Biglietti per i concerti, soldi pubblici utilizzati come se fossero i suoi per agevolare gli amici, presunte consulenze a parenti dopo stanziamenti e una portavoce che accetta regali da 30mila euro». Comincia con questa lista il comunicato stampa inviato dal deputato regionale e leader di Controcorrente Ismaele La Vardera che chiede le dimissioni da presidente dell’Assemblea regionale siciliana di Gaetano Galvagno che è indagato per corruzione. «Il quadro è chiaro e siamo davanti a un sistema di favori che non fa altro che mettere Galvagno in una posizione di conflitto dal suo ruolo di presidente dell’Ars», mette nero su biano in una nota La Vardera.
L’ex Iena sottolinea anche di avere «atteso prima di esprimermi per leggere gli atti e capire, senza limitarmi a quello che usciva dalla stampa. Intercettazioni e comportamenti che si evincono dai documenti fanno capire che l’attuale presidente dell’Ars ha perso la bussola dell’etica e della morale – sostiene il deputato La Vardera – cosa inaccettabile per il suo ruolo». Un ruolo che «non è solo espressione di un partito politico, ma bensì un ruolo che di rappresentanza dell’istituzione parlamento che con questa inchiesta ha leso pesantemente la sua credibilità».
E sono queste le motivazioni con cui il leader di Controcorrente chiede ufficialmente al presidente dell’Ars di «fare un passo indietro dal suo ruolo». La Verdera è il primo deputato regionale ad avanzare questa richiesta dopo la diffusione della notizia dell’indagine per corruzione che riguarda Galvagno. E non si limita a questo. «Faccio un appello anche a tutti i partiti, opposizione e maggioranza, di sposare alla mia richiesta: il parlamento è la casa della democrazia, di tutti i deputati e dei gruppi e non del presidente».