Alcune ossa, forse umane, sono state trovate nel corso di lavori di ristrutturazione in un appartamento a Favara (in provincia di Agrigento) all’interno di una palazzina in via Luigi La Porta, nel quartiere Giarritella. La casa è stata sequestrata dai carabinieri del nucleo operativo di Agrigento. Saranno gli esami sul Dna a fornire indicazioni più precise su di […]
Favara, trovati resti di ossa umane all’interno di una casa
Alcune ossa, forse umane, sono state trovate nel corso di lavori di ristrutturazione in un appartamento a Favara (in provincia di Agrigento) all’interno di una palazzina in via Luigi La Porta, nel quartiere Giarritella. La casa è stata sequestrata dai carabinieri del nucleo operativo di Agrigento. Saranno gli esami sul Dna a fornire indicazioni più precise su di chi fossero i resti. Stando a quanto emerso finora, si tratta solo di frammenti di ossa.
L’immobile si trova a poca distanza dall’abitazione del fratello di Gessica Lattuca, la 27enne madre di quattro figli scomparsa proprio da Favara il 12 agosto del 2018 di cui non si è più trovata nessuna traccia. Il fratello della donna, Vincenzo Lattuca, venne indagato per omicidio e occultamento di cadavere nel giugno del 2023. Appena una settimana dopo, era morto per overdose.
Intanto, sono in corso già le indagini da parte di investigatori e inquirenti che si stanno occupando del caso. Una delle ipotesi è che i piccoli frammenti ossei potrebbero essere dissotterrati, seppelliti e poi di nuovo tirati fuori. Tra le piste che si sta cercando di approfondire c’è anche quella che, una volta scoperti, i resti potrebbero essere stati nuovamente seppelliti e poi riportati alla luce in modo consapevole. I carabinieri e i pubblici ministeri stanno sentendo gli operai edili che hanno fatto la scoperta nella casa durante i lavori. Ma non soltanto loro.
Secondo quanto emerso finora, le ossa sarebbero state trovate in mezzo ai calcinacci. Al momento, però, non è ancora chiaro da dove, con precisione, siano saltati fuori. A seguire il caso è il procuratore di Agrigento Giovanni Di Leo. I reperti sono stati subito sequestrati e inviati al Raggruppamento investigazioni scientifiche (Ris) dei carabinieri di Messina. Il primo dato da verificare è che si tratti di resti umani.