Rap, un 2020 tra inchieste, emergenze e il focolaio Covid Norata: «C’è da lavorare, il 2021 sarà l’anno della svolta»

«Non ci siamo fatti mancare nulla». Giuseppe Norata ci scherza su. In effetti il 2020 non è stato così clemente con la Rap, l’azienda che si occupa del ciclo dei rifiuti a Palermo. E dire che l’anno era partito con i migliori propositi, con il progetto di espandere la differenziata e il sito di Bellolampo, pur con tutte le sue criticità, da trasformare in fiore all’occhiello ed esempio di caso virtuoso di gestione pubblica delle discariche. Era tuttavia stata proprio Bellolampo la prima grana targata 2020 per l’azienda, con le tonnellate di rifiuti accatastate nel piazzale di fronte all’ingresso dell’impianto nei giorni dell’ultima emergenza rifiuti, che hanno causato non pochi problemi. Superata quasi indenne la prima parte della pandemia, poi, sono arrivati i guai con la legge: dalla cricca di dipendenti infedeli che rubava il gasolio dai mezzi di lavoro a quelle che fornivano un servizio parallelo e abusivo di smaltimento dei rifiuti Raee, fino al dirigente colto il flagrante mentre accettava una mazzetta

Come se non bastasse, subito dopo l’estate, lo scoppio di un focolaio all’interno degli uffici dell’azienda, con una quarantina di persone infette da Covid-19. E per non farsi mancare niente, l’ennesima crisi dei rifiuti, questa vola dovuta alla chiusura dell’impianto di Alcamo, a cui Palermo si appoggiava per smaltire l’indifferenziato accatastato nel piazzale. Insomma, un anno che metterebbe a dura prova le convinzioni di chiunque. Norata tuttavia appare ottimista e sul 2021 ripone grandi speranze. «Si dovrà lavorare parecchio – dice – ma abbiamo tutto quello che serve. Spero che il prossimo sia l’anno della svolta: abbiamo un piano industriale che merita di essere attuato, sviluppato e potere così dare una prospettiva quanto più possibile serena alla città di Palermo per quanto riguarda la raccolta e la gestione dei rifiuti».

Piano industriale che richiede anni per trovare completa attuazione, ma che per l’anno che sta per cominciare prevede novità importanti. «Il primo tassello è quello della gara del biometano – continua il presidente – che definiamo così molto semplicemente, ma è un progetto molto ambizioso: si tratta della gara per la realizzazione del più grande impianto pubblico nella gestione della frazione organica, in grado di produrre energia dai rifiuti. La gara è scaduta, all’Urega c’è una commissione che sta valutando le offerte pervenute e abbiamo motivo di credere che a breve avremo l’aggiudicatario. Si tratta di un progetto interamente in project financing, quindi senza esborsi pubblici».

E proseguirà anche l’espansione della raccolta differenziata su altri quartieri della città. «Entro la primavera partiremo con il quinto step di Palermo differenzia 2, che riguarderà quartieri importanti come Brancaccio e Settecannoli, grazie al centro comunale di raccolta di viale dei Picciotti, il primo che abbiamo aperto, che funziona molto bene e che è stato ben accettato dal quartiere». Sempre sul fronte dei Ccr: «Abbiamo individuato altri siti, come quello di via Mongitore, a Ballarò, una zona delicata, dove nei pressi c’è il mercatino dell’usato e vorremmo lì anche creare questo momento di opportunità di smaltimento dei rifiuti per chi poi alla fine della giornata ha esigenza di farlo. Pensiamo che possa essere il prossimo, stiamo aspettando l’autorizzazione dell’amministrazione comunale, così come siamo in attesa dalla Regione dell’approvazione di altri cinque progetti di di Ccr». Infine il personale, dopo i burrascosi trascorsi del 2020: «È stata riavviata la fase di riorganizzazione, sono scaduti l’altro ieri termini per le domande del bando per due nuovi dirigenti. Figure attorno alle quali incardineremo processi importanti».


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