«Abbiamo sempre lavorato in maniera onesta, ma adesso abbiamo paura. Speriamo che le forze dell’ordine facciano qualcosa per darci un po’ di tranquillità». Mentre Ikki prova a raccontare il suo stato d’animo, due operai sono ancora al lavoro. Stanno sostituendo il vetro di una porta distrutto nella notte tra l’1 e il 2 maggio. È […]
Quattro furti in due mesi: il caso del ristorante indiano finito nel mirino. «Questa per noi è casa, ma ora abbiamo paura»
«Abbiamo sempre lavorato in maniera onesta, ma adesso abbiamo paura. Speriamo che le forze dell’ordine facciano qualcosa per darci un po’ di tranquillità». Mentre Ikki prova a raccontare il suo stato d’animo, due operai sono ancora al lavoro. Stanno sostituendo il vetro di una porta distrutto nella notte tra l’1 e il 2 maggio. È solo l’episodio più recente di una lunga serie di eventi inquietanti che stanno colpendo il ristorante indiano Royal Restaurant di Yoga Chef. Due sale, un’ampia veranda esterna e circa 80 posti a sedere quasi all’angolo tra via Filippo Corridoni e via Umberto, a Catania. «Oggi siamo stati costretti a rimanere chiusi a pranzo – racconta Ikki a MeridioNews – ma stasera riapriremo, anche perché abbiamo delle prenotazioni da rispettare». Accanto a lui c’è tutta la famiglia: il padre, la mamma-chef Anu e il fratello Ishanl. Sono tutti coinvolti nella gestione di questa attività, nata a inizio anno per affiancare il primo ristorante, aperto nel 2022 a poche decine di metri di distanza, in via Umberto.
Nella notte tra giovedì e venerdì, una persona ha mandato in frantumi un vetro ed è entrata nel ristorante. Circa 30 secondi, con l’allarme in funzione, per effettuare una rapida ispezione all’interno, salvo poi dileguarsi. Appena 24 ore prima, un altro assalto: una persona con una felpa chiara e il volto coperto dal cappuccio ha cercato di rompere una porta usando un palo di ferro, come mostrano le immagini delle telecamere di sicurezza che siamo in grado di mostrare. Le riprese rivelano anche che il malvivente, in orari diversi, aveva effettuato diversi sopralluoghi a piedi prima di tentare l’intrusione.
«Abbiamo denunciato tutto – continua Ikki – anche perché in Sicilia e a Catania ci sentiamo a casa e tanta gente ci ha dimostrato affetto e vicinanza». Al momento, però, prevale un sentimento di smarrimento. «A metà marzo qualcuno, intorno alle 19, ha rubato il monopattino di mio fratello, parcheggiato nella veranda esterna del ristorante», aggiunge. Prima del furto del monopattino, era toccato a due telecamere esterne, smontate e portate via. Non è chiaro se i responsabili siano sempre gli stessi, ma una cosa è certa: da mesi questa famiglia di imprenditori indiani è vittima di furti e intimidazioni di vario genere. «Nel 2022 abbiamo aperto il primo ristorante in via Umberto e dopo due anni i ladri sono entrati in casa – spiega – hanno rubato i risparmi dei miei genitori e i gioielli di famiglia. Oggetti che appartenevano a mia nonna e che, per tradizione, si tramandano di generazione in generazione. Anche in quel caso abbiamo fatto denuncia, ma dopo tre giorni ci hanno rotto il vetro dell’auto, parcheggiata sotto casa. Abbiamo avuto la sensazione di essere spiati».
La famiglia di Ikki non ha sospetti particolari. Nessuna richiesta da parte di nessuno. «Noi lavoriamo in maniera onesta e basta – dice – però adesso siamo molto spaventati perché queste persone sembrano non temere le forze dell’ordine». Il primo della famiglia a trasferirsi a Catania è stato il padre dei due ragazzi, oggi amministratore della società di ristorazione. «In India faceva l’ingegnere, ma è partito 25 anni fa – racconta – Tredici anni fa anche io e mia madre siamo arrivati a Catania. Lei in India era insegnante di yoga (da qui il nome del ristorante, ndr). Qui ha iniziato a lavorare nel sociale, sempre come cuoca, mentre io ho cominciato facendo consegne a domicilio. Poi è stata assunta in un ristorante, ma dopo otto mesi il proprietario l’ha mandata via senza pagarla e abbiamo fatto causa. Nel 2022, infine, la decisione di aprire un nostro ristorante». Un angolo d’India nel cuore di Catania e una famiglia che oggi ha bisogno di non essere lasciata sola.