Il secondo successo esterno consecutivo ha dato indicazioni incoraggianti a Stellone. La squadra, complice i ritmi non particolarmente sostenuti di una Salernitana senza più obiettivi, ha mantenuto un equilibrio dal punto di vista tattico. Il feeling con il gol di La Gumina può essere una chiave vincente
Prova positiva e diverse opzioni in avanti Il Palermo ha una base in vista dei playoff
Ci voleva un miracolo e i miracoli – si sa – sono qualcosa di straordinario. Nel senso, appunto, che non rientrano nell’ordinario o nella routine. La combinazione di situazioni che ieri sera avrebbe consentito al Palermo di centrare la promozione diretta era obiettivamente molto complicata. Ed è questa la ragione per cui la sensazione di amarezza, che comunque rimane pensando a ciò che poteva essere e non è stato (i rosanero, primi in classifica al termine del girone di andata, sono arrivati quarti perdendo tanti punti per strada), è ridimensionata da alcuni dati di fatto. Dalla consapevolezza, cioè, che dopo il pari interno con il Cesena i playoff erano ieri una prospettiva molto più concreta rispetto al sogno legato alla promozione diretta e che la squadra ha fatto il proprio dovere battendo il suo avversario. Inutile fare calcoli o ragionamenti particolari se prima il Palermo non conquistava a Salerno l’intera posta in palio nell’ultima giornata della regular season e la compagine di Stellone ha fatto il suo vincendo (2-0) la partita che doveva vincere. Gara, peraltro, con delle insidie amplificate proprio dall’inaffidabilità dei rosa che, come dimostrano i pareggi rimediati nelle ultime gare casalinghe, sono capaci di tutto, nel bene e nel male. Anche di steccare partite contro squadre ampiamente alla portata.
Ecco perché non era scontato che il Palermo espugnasse l’Arechi e invece la formazione di Stellone ha smentito gli scettici facendo prevalere la logica. In base alla quale vince di solito chi è più forte. In Campania ha conquistato i tre punti la squadra con un tasso tecnico superiore e con maggiori motivazioni. Che hanno fatto la differenza e spostato l’asse del match dalla parte degli ospiti. Più reattivi rispetto ad una Salernitana intenzionata a chiudere in bellezza davanti al proprio pubblico ma senza obiettivi e con un motore meno potente di quello con cui hanno viaggiato i rosanero. Il secondo successo consecutivo in trasferta – e il primo in assoluto del Palermo allo stadio Arechi dato che la precedente vittoria esterna contro i granata datata 20 maggio 1990 era stata ottenuta in C1 al vecchio stadio Vestuti – ha dato indicazioni positive a Stellone, sostituito nella scorsa stagione a Bari proprio dall’attuale tecnico dei campani Colantuono.
A posteriori si può dire che non sarebbe servita un’impresa per battere la Salernitana vista ieri sera ma, pur non avendo intonato acuti particolari, il coro rosanero ha comunque fatto sentire la propria voce. Producendo, al netto delle lacune di un avversario abbordabile, un suono tutto sommato armonioso. Incoraggianti i segnali provenienti dal collettivo, in termini di atteggiamento e di equilibrio tattico (la squadra ha interpretato senza patemi il 4-3-1-2 di partenza e poi il 3-5-1-1 disegnato nella ripresa nel momento in cui il difensore Szyminski ha sostituito l’attaccante Moreo), e contestualmente anche dai singoli. In crescita, ad esempio, gli esterni Rispoli (al quale dopo otto minuti è stato annullato inspiegabilmente per fuorigioco un gol regolare) e Aleesami (vicino alla marcatura nel primo segmento della ripresa con una conclusione di destro deviata in angolo da un ottimo intervento del portiere sotto l’incrocio dei pali) e pollice in su anche per altri giocatori. Sia quelli che possono essere definiti ormai delle certezze (in prima fila il centrocampista Jajalo) sia quelli dai quali ci si aspettava una reazione dopo una serie di alti e bassi. Scontato, in questo caso, il riferimento a Trajkovski, alter ego ieri di Coronado lasciato in panchina a scopo precauzionale in vista dei playoff. Il macedone non ha fatto mirabilie ma, muovendosi tra le linee a supporto delle punte, ha tenuto in apprensione la difesa avversaria e nel secondo tempo ha colpito un palo con un destro a giro dal limite.
Stellone, che ha tremato solo una volta sullo 0-1 in occasione della specie di ‘rigore in movimento’ fallito nella ripresa dal suo ex compagno di squadra (al Torino) Rosina, in ottica playoff può lavorare su un terreno fertile. Terreno su cui è necessario intervenire con cura ed attenzione ma non privo di risorse. La varietà di soluzioni offensive alternative ai gol degli attaccanti (e la copertina la merita Chochev, out durante il secondo tempo per una distorsione alla caviglia sinistra, in evidenza con la quinta marcatura stagionale siglata al tramonto del primo tempo con una parabola di destro di pregevole fattura dal limite dell’area) e la vena realizzativa del bomber La Gumina che ha confermato un ottimo feeling con il gol mettendo il sigillo sul match con la sua nona rete in campionato sono opzioni valide e molto utili in vista dell’appendice post-stagione regolare. Un mini-torneo, che coinvolgerà il Palermo a partire dai primi di giugno nella semifinale (andata e ritorno) contro la vincente della sfida Venezia-Perugia, in cui non vincerà la squadra più forte ma quella che dimostrerà in quel periodo di stare meglio dal punto di vista fisico e psicologico.