Cronaca

Soldi per le pensioni d’invalidità. «L’ingordigia» del medico con la passione per la Dc che si ispirava a Sturzo

Quando si candidò al Consiglio comunale di Palermo, con la Nuova Democrazia Cristiana di Totò Cuffarò, con un videomessaggio ai propri elettori, indicò la strada maestra nei valori di don Luigi Sturzo: «Il sociale e l’uomo al centro della vita politica che si pone al servizio dello Stato». Alla fine di quella tornata elettorale, il dirigente medico Agostino Genova raccolse oltre 500 voti senza però venire rieletto a Palazzo delle Aquile. Alle urne non era andata meglio a Partinico (nel Palermitano) dove, da consigliere uscente, mise insieme circa 90 preferenze, salvo però essere nominato assessore ai Servizi demografici. Oggi il camice bianco, che ricopre la carica di coordinatore dell’ufficio invalidi civili di Palermo, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione e falso nell’ambito dell’inchiesta Vediamoci chiaro del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Palermo. Genova nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dalla giudice Clelia Maltese, viene bollato come un personaggio dalla «straordinaria ingordigia» che si sarebbe reso protagonista di un «vile mercimonio». Sotto la lente d’ingrandimento sono finite decine di pratiche per la concessione dell’invalidità civile. Genova avrebbe concesso pensioni e sistemato pratiche dietro pagamenti in denaro, gioielli e voti.

«A me mai mi hanno fottuto – si vantava senza sapere di essere intercettato grazie a un trojan installato nel suo smartphone – Io è 40 anni che ammogghio (falsifico, ndr) centomila verbali, non mi hanno fottuto mai». Secondo gli inquirenti, Genova avrebbe mostrato una «spasmodica ricerca di denaro in cambio della mercificazione della carica pubblica ricoperta». Stando alle accuse, al centro del sistema ci sarebbe stato un tariffario con una quota fissata in 250 euro per ogni riconoscimento delle pratiche di invalidità civile. Insieme a Genova sono altre sei le persone indagate.

Il 19 aprile dello scorso anno viene ricostruito dai militari un incontro tra Genova e un imprenditore interessato alla pratica della madre. In quel contesto, il medico si sarebbe attivato organizzando una visita domiciliare per l’indomani e riuscendo a chiudere il tutto in appena 13 giorni. In cambio, stando a quanto scritto nell’ordinanza, Genova avrebbe ricevuto un bracciale in oro, ottenendo anche la disponibilità ad averne un altro per la propria fidanzata. Tra i principali collettori di pratiche da sistemare ci sarebbe stato l’indagato Rosario Cammalleri, medico di medicina generale in pensione. Un rapporto senza interruzioni – a eccezione del periodo della campagna elettorale a Palermo – che avrebbe trasformato il «il procedimento per il riconoscimento dell’invalidità in una vera e propria macchina da soldi».

Tra Cammaleri e Genova però i rapporti non sarebbero stati sempre pacifici. Colpa di un blocco al sistema Inps per la visione delle pratiche. «Tu fai danno a me e io faccio danno a te – diceva il primo al medico con la passione per la politica – occhio per occhio, dente per dente. Ti faccio perdere le elezioni». Accuse a cui Genova provava a replicare: «Ma che dici, se abbiamo il sistema bloccato e le ho qui tutte pronte quelle che ti devo dare». Tuttavia il rapporto tra i due, stando alle accuse, si sarebbe sistemato nel giro di qualche settimana. Il 17 ottobre del 2022 i finanzieri immortalano un incontro tra i due indagati in piazza Ungheria. In quella occasione, viene ricostruita una dazione di 1000 euro a fronte di un corrispettivo di 1800 euro. Cammalleri però non sarebbe stato l’unico collettore di pratiche. In questa categoria gli inquirenti inseriscono anche l’indagato Carlo Battaglia, a sua volta beneficiario della pensione di invalidità. «Ti volevo fare una domanda secca – diceva il medico durante una chiamata – Se dovessi decidere di candidarmi alle Regionali tu nella tua zona hai preso impegni o mi daresti un aiuto?». Domanda di fronte alla quale il presunto complice non si sarebbe tirato indietro: «Possiamo disturbare qualche amico, io non prendo impegni con nessuno».

Nell’attesa di ulteriori sviluppi sulla vicenda giudiziaria che coinvolge Genova, per il medico è arrivata la sospensione dal partito, come annunciato in una nota firmata dall’ex presidente della Regione Totò Cuffaro e dall’europarlamentare Francesca Donato: «A tutela della Democrazia cristiana, della sua immagine e dei suoi iscritti, Genova viene sospeso con effetto immediato dal partito e ci riserviamo, se i fatti dovessero essere confermati, di procedere alla sua espulsione».

Dario De Luca

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