È la ricetta dell'amministrazione guidata da Mauro Mangano per evitare il nuovo mutilamento della struttura dopo la chiusura del punto nascite. A lasciarsi sfuggire la notizia è la direttrice Asp di Catania Ida Grossi durante la presentazione del cronoprogramma. Che prevede l'aumento dei posti letto e 700mila euro per la ristrutturazione
Paternò, pronto soccorso rischia declassamento «Aprire ai codici bianchi e dimostrare l’importanza»
Si fa sempre più concreto il rischio che il pronto soccorso del Santissimo Salvatore, a Paternò, tra non molto possa essere trasformato in una Pte, ossia in un punto territoriale d’emergenza, una sorta di guardia medica più attrezzata. Il pronto soccorso del nosocomio paternese – come già accaduto negli anni ’90 agli ospedali di Adrano e Randazzo – potrebbe quindi perdere la sua configurazione a favore del Maria Santissima Addolorata di Biancavilla. Il tutto secondo quanto disposto dal decreto regionale sul riordino della sanità siciliana.
Ad affermarlo la direttrice dell’Asp Catania Ida Grossi che si è lasciata sfuggire la notizia durante la presentazione del cronoprogramma d’interventi che l’Asp effettuerà nel presidio sanitario paternese. Ma il vicesindaco Carmelo Palumbo smorza i toni: «Nel decreto è specificato che il pronto soccorso deve essere a Biancavilla – ha proseguito Palumbo – in realtà si sta lavorando, in sinergia con l’Asp, affinché il pronto soccorso non venga depotenziato. Si sta anzi procedendo a un ampliamento dello stesso». L’obiettivo è quello di far ricredere la Regione sulle potenzialità del pronto soccorso, in vista della rivisitazione del piano sanitario per il prossimo triennio. «D’altronde la stessa Grossi – conclude Palumbo – ci ha rassicurato che, se il pronto soccorso dovesse continuare ad avere numeri di una certa rilevanza che ne testimoniano l’assoluta efficacia ed efficienza, non subirebbe alcuna trasformazione».
Presenti all’incontro tra gli altri, oltre a Grossi e Palumbo, anche il direttore sanitario Franco Luca, per il Comune di Paternò il sindaco Mauro Mangano, il presidente del consiglio comunale Laura Bottino e il rappresentante del comitato civico Difendiamo l’Ospedale Orazio Lopis. Il cronoprogramma di interventi da attuare entro la fine dell’anno prevede l’aumento di posti letto in medicina – che diventeranno 24, dei quali sei ad indirizzo neurologico – e lo stanziamento di 700mila euro da parte dell’Asp, destinati alla ristrutturazione dei locali interdetti all’uso, a seguito dei lavori sul corpo centrale della struttura, iniziati e poi sospesi. Solo dopo si potrà ottenere il rafforzamento dei servizi territoriali, in primis il servizio trasfusionale, che verrà spostato nei locali al piano terra dell’ospedale, che saranno ristrutturati; il potenziamento del laboratorio d’analisi e della diagnostica del consultorio familiare.
Gli interventi interesseranno inoltre il pronto soccorso, i cui spazi verranno ampliati: dove c’è attualmente l’obitorio sarà realizzata una medicheria destinata ad accogliere solo ed esclusivamente i codici bianchi. Il reparto di medicina e la farmacia verranno invece trasferiti in locali più idonei. «Finalmente i territori hanno la possibilità di dire la loro sui piani di riorganizzazione delle reti ospedaliere, evidenziando bisogni e criticità dei cittadini – dice il primo cittadino – Noi l’abbiamo fatto insieme all’Asp e ai rappresentanti della società civile, e i risultati positivi sono oggi evidenti: l’ospedale non chiuderà. Sebbene il punto nascita verrà trasferito a Biancavilla, scelta che non condividiamo affatto e contro la quale continueremo a batterci, l’Azienda sanitaria provinciale metterà a disposizione dei fondi per consentire la riapertura di tutte le aree dell’ospedale oggi chiuse». Per Idra Grossi è stato «avviato con l’amministrazione comunale un dialogo proficuo per poter attivare la riforma della rete ospedaliera, coinvolgendo il territorio e concertando con il sindaco la programmazione delle nostre attività».