Parco Libero Grassi, mille firme per la riapertura Arcuri raffredda gli animi: «L’area rimarrà chiusa»

«Il prefetto Antonella De Miro, donna di carattere e di polso con una spiccata sensibilità per il problema del parco, ha ricevuto le firme raccolte, più di mille. Adesso convocherà i protagonisti, Regione e Comune, per stabilire i passi da fare dopo la fine della caratterizzazione», spiega Aldo Penna del Comitato che da anni si batte per la riapertura e la fruizione del parco intitolato a Libero Grassi ad Acqua dei Corsari, il cosiddetto Teatro del sole. All’incontro con la prefetta De Miro a villa Whitaker era presente anche Alice Grassi, figlia dell’imprenditore ucciso dalla mafia nel ’91. L’intera area, malgrado l’inaugurazione nel 2009, versa in condizioni di abbandono. I cancelli sono sempre rimasti chiusi, ma qualcuno riesce comunque ad introdurvisi per abbandonare rifiuti di ogni genere o accendere piccoli roghi. Eppure, le buone notizie potrebbero anche essere dietro l’angolo. L’accordo per l’integrazione del piano di caratterizzazione è stato trovato ormai nel 2015 ed è stato validato a luglio di quest’anno, poi è arrivato alla Regione, che lo ha approvato, quindi la fase di validazione si è a tutti gli effetti conclusa.

«Le risultanze di questa validazione hanno rivelato che ci sono dei punti in quest’area che risultano contaminati», dichiara a MeridioNews Giovanni Abbate, direttore di Arpa Palermo. «Noi – prosegue – abbiamo applicato la norma, il decreto legislativo 152 riguardante le bonifiche, che prevede che alla luce delle risultanze analitiche l’ente proprietario debba presentare in Regione un’analisi del rischio, cioè un elaborato che valuta le condizioni del suolo e delle acque». Analisi importantissima perché permette di tenere conto soprattutto degli effetti che le eventuali sostanze ritrovate potrebbero avere sull’uomo, sui bambini e sugli animali, oltre a permettere di stabilire le probabilità di trasferimento dal terreno alle persone delle sostanze stesse.

«Se l’analisi del rischio individua una possibilità di contaminazione bassa e limitata, tutta l’area di Acqua dei Corsari – non solo il parco – non avrebbe bisogno di alcuna bonifica e sarebbe fruibile a determinate condizioni. Se invece dovessero risultare probabilità di rischio maggiore, allora si dovrebbe procedere a un’eventuale bonifica», aggiunge ancora il direttore illustrando le procedure previste. «Solo alla luce dei risultati la situazione sarà più chiara. Bisogna spenderci dei soldi – dice Abbate – Ancora invece c’è in corso una diatriba per capire chi se ne deve occupare. È un tira e molla continuo fra Comune e Regione». Secondo il direttore di Arpa finora sarebbe stata la Regione a prendersi la responsabilità di incaricare una ditta per effettuare l’analisi di caratterizzazione. «Siamo al punto in cui la Regione dice di aver fatto quanto gli spettava e vorrebbe passare la palla al Comune, che però non si prende responsabilità».

Non è dello stesso avviso il vice sindaco Emilio Arcuri: «Il parco è chiuso e lo rimarrà. Questa storia che tutto inizia e finisce al Comune di Palermo non va bene. Questo è demanio regionale. Il Comune con un’azione di tipo sussidiaria negli anni passati fece un intervento, quando per altro la normativa non era così rigorosa com’è attualmente. Quindi la Regione deve fare le sue verifiche – continua -. E se potrà, realizzerà le opere altrimenti le darà in concessione al Comune. Noi siamo pronti a intervenire in qualunque momento, ma senza violare la normativa, cioè senza entrare nel demanio quando non è nostra competenza e senza fare interventi che invece non si possono fare. Sarebbe un parco Cassarà bis».


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