I legali della Ong chiedono e ottengono la presenza al banco dei testimoni dell'attore statunitense. La risposta del leader della Lega: «Quanto può essere serio un procedimento giudiziario del genere?»
Open Arms, altra udienza fiume per Salvini a Palermo «Processo politico». Fra i testi ci sarà pure Richard Gere
«In futuro sarò almeno una volta al mese a Palermo», aveva detto sorridendo di fronte ai cronisti ieri il segretario della Lega, Matteo Salvini. E così sarà vista la calendarizzazione delle udienze del processo che lo vede imputato per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per avere negato lo sbarco alla nave Open Arms carica di migranti, all’epoca in cui era ministro dell’Interno. Un procedimento giudiziario che tuttavia sembra non turbare più di tanto Salvini, che già in occasione della presentazione dei nuovi acquisti della Lega nel parlamento siciliano si era detto tranquillo: «Se a Catania per un processo praticamente identico si è stabilito che non c’era reato, anzi, che ho fatto il mio dovere, non vedo perché non debba essere così anche a Palermo», aveva commentato ai microfoni della sala Gialla dell’Ars.
Una tesi sposata e rilanciata dalla legale del segretario leghista, l’avvocata Giulia Bongiorno. «Catania e Palermo sono processi gemelli – dice riferendosi al non luogo a procedere ottenuto dal suo assistito nell’ambito del processo sull’approdo negato alla nave Gregoretti – Chi ha assistito al processo di Catania ha avuto modo di ascoltare da tutti che ci fu una condivisione da parte del governo di allora. Un vero e proprio consenso da parte di ministri e del presidente del Consiglio, in particolare, al fine di cambiare il tipo di linea politica: prima di tutto il rispetto della salute, ma contemporaneamente chiedere aiuto all’Europa».
Entrando nel merito delle accuse, l’idea di Bongiorno è chiara: «Il sequestro di persona è un reato previsto nel caso in cui la vittima si trova costretta a stare in un posto. In questo caso la nave aveva possibilità di andare in Spagna, Malta o ovunque volesse. Non era costretta stare in Italia, mancano i presupposti per il sequestro». Durante l’udienza i legali di Open Arms hanno chiesto e ottenuto dal tribunale la testimonianza in quanto attivista dell’attore Richard Gere, che sarà ascoltato prossimamente in aula bunker a Palermo. Una notizia che ha fatto sorridere il leader della Lega. «Ditemi voi quanto è serio un processo dove da Hollywood verrà a testimoniare Richard Gere sulla mia cattiveria – dice l’ex ministro all’uscita dall’aula bunker – Spero che duri il meno possibile perché ci sono cose più importanti di cui occuparsi».
«Mi dispiace per il tempo che tolgo ai miei figli e per i soldi che gli italiani spendono per questo processo politico organizzato dalla sinistra, in un anno in cui gli sbarchi raddoppiano rispetto all’anno precedente nonostante il Covid – continua Salvini – Andare a processo perché ho fatto il mio dovere è surreale».