Il Pd presenta il suo simbolo solo ad Aci Catena e Scordia mentre punta sulla tradizione Forza Italia. Parlamentari e deputati tuttavia non resteranno a guardare. Da Pino Firrarello a Luca Sammartino e Valeria Sudano, fino all'azzurro Marco Falcone ecco chi sono schierati i nomi forti della politica etnea
Onorevoli alleanze, le posizioni dei big alle comunali Inciuci, correnti e spaccature dietro le liste civiche
Destra e sinistra non esistono più e con questo a scomparire sono stati anche i simboli dei partiti. Onorevoli, parlamentari e aspiranti tali tuttavia non si sono messi da parte e per le prossima tornata amministrativa, prevista l’11 giugno, hanno deciso di camuffarsi dietro una miriade di liste civiche. L’obiettivo comune è scaldare i motori e sondare il terreno degli elettori in vista degli appuntamenti clou della stagione. Dalle regionali di novembre alle politiche, ormai in dirittura d’arrivo. Da Misterbianco a Paternò, passando per Nicolosi, Palagonia, Aci Catena e Sant’Agata li Battiati, dalla radiografia del voto emergono ambigue alleanze, ammucchiate che rimandano alla prima Repubblica e incredibili fratture con partiti che riescono a sostenere in un solo Comune addirittura tre candidati sindaci diversi. Come avviene a Paternò, dove il Partito democratico non ha presentato una lista unitaria. Il logo dei dem in provincia di Catania compare solo a Scordia e Aci Catena. Maggiore è invece la presenza di Forza Italia. A spiccare su tutti è però il Movimento 5 stelle, accomunato dalla presenza di liste singole e candidati sempre con la tradizionale effige pentastellata.
Per il Pd, per esempio, è stato impossibile presentarsi unito anche a Nicolosi. L’uscente Nino Borzì, candidato con Crocetta alle regionali nel 2012, sostiene Antonio Rizzo, ex consigliere provinciale dem. Allo stesso partito appartiene Marisa Mazzaglia, presidente del Parco dell’Etna che ha resistito alle pressioni del suo stesso partito, con in prima linea l’assessore regionale Anthony Barbagallo, per lasciare la carica prima di scendere in campo. Scegliendo quindi la linea della rottura sia con l’ex alleato Borzì che con il partito. La cui segretaria locale, Maria Grazia Torre, è candidata nella lista di Angelo Pulvirenti, uomo vicino al centrodestra e al deputato forzista Marco Falcone.
Gli onorevoli però non resteranno a guardare in nessun Comune. A Misterbianco il duo composto dai deputati regionali Valeria Sudano e Luca Sammartino si è schierato accanto al sindaco uscente Nino Di Guardo con la lista Misterbianco 2.0. Il logo e colori scelti sono identici al simbolo di Articolo 4, fazione interna del Pd alla quale appartengono i due politici etnei, non senza polemiche, ormai da diversi mesi. Con il 74enne uscente c’è anche il deputato Nicola D‘Agostino che ha affidato al locale segretario di Sicilia Futura, Matteo Marchese, la composizione di una lista. Dall’altro lato dello schieramento ci sono invece Forza Italia e l’eurodeputato Salvo Pogliese. Gli azzurri hanno scelto una propria candidatura con il nome di Maria Antonia Buzzanca.
Dall’essere avversari politci al divenire alleati, però, il passo è breve. Ecco perché a Paternò il gruppo di Articolo 4 e quello di Forza Italia si affiancano allo stesso candidato, ossia Anthony Distefano. Anche in questo caso il nome del primo movimento si trova nell’elenco delle liste con una dicitura differente: Paternò 2.0. La spaccatura più netta in questo Comune però è quella che riguarda il Pd. Da un lato la deputata Concetta Raia spinge per Distefano, dall’altro l’assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo ha sposato il progetto di Nino Naso. C’è poi il parlamentare nazionale Giuseppe Berretta che invece converge sul sindaco uscente Mauro Mangano, eletto nel 2012 con il simbolo Pd e oggi candidato civico senza effige del partito.
La spaccatura a Paternò riguarda anche Fratelli d‘Italia, con uno scenario che, almeno a livello nazionale, sarebbe impossibile. Il partito di Giorgia Meloni affronterà infatti la competizione elettorale con una duplice veste. Una parte dello schieramento, che ha nel paternese Ignazio La Russa l’uomo di riferimento, spinge per Naso mentre la lista Liberà Paternò si ritroverà sul palco di Distefano. Tra i vari Comuni non mancano gli schieramenti che fanno riferimento ad Alternativa popolare. Micro partito fondato dal ministro degli Esteri Angelino Alfano per mettere in soffitta il già vecchio Nuovo centrodestra. In provincia di Catania i nomi di riferimento saranno quelli dell’ex senatore Pino Firrarello e del genero e sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione. Con loro anche il senatore centrista Salvo Torrisi e l’eurodeputato Giovanni La Via. A Paternò la lista Pattò Popolare propone il nome di Distefano, scegliendo lo stesso schieramento di Forza Italia. Fronti contrapposti invece a Misterbianco dove Firrarello e soci hanno sancito l’alleanza con Marco Corsaro tramite la compagine Alternativa Popolare.
Punta forte su Palagonia invece il capogruppo all’Assemblea regionale siciliana di Forza Italia Marco Falcone. Il politico, che alle prossime politiche potrebbe volare a Roma, sostiene con una lista azzurra l’ex assessore Gaetano Benincasa. Nell’area calatina c’è pure la corsa di Vizzini, con il deputato che porterà avanti il nome di Giuseppe Li Volti della lista civica Vizzini innanzitutto Vizzini soprattutto. Lista di Forza Italia anche a Scordia con la candidatura dell’avvocato Enzo Di Benedetto. Nel Comune calatino ci sono anche la rara eccezione di una lista del Pd mentre emerge ancora un gruppo riferibile al duo Sammartino-Sudano con la lista Scordia 2.0. In giro per i comitati siciliani è possibile scorgere anche gli uomini un tempo legati all’autonomismo di Raffaele Lombardo. A Misterbianco, per esempio, ha serrato le fila l’ex onorevole Pippo Reina con una lista a sostegno di Nino Di Guardo. Pezzi di Pd ed ex Mpa insieme, riproponendo, in piccolo, il vecchio inciucio andato in scena alla Regione durante la presidenza Lombardo.
Tra le istantanee che sfiorano il paradosso in questa campagna elettorale c’è anche il caso di Sant’Agata li Battiati. Nel piccolo Comune etneo il candidato a sindaco Marco Rubino ha messo tutti attorno allo stesso tavolo, con un modello che ai più nostalgici ricorderà la vecchia Democrazia cristiana. A suo sostegno ci sono infatti l’eurodeputato di Forza Italia Salvo Pogliese, il duo di Articolo4/Pd Sammartino-Sudano ma anche l’assessore regionale al Turismo Anthony Barbagallo e il deputato regionale Alfio Papale.
La foglia di fico del Partito democratico è rappresentata dalle amministrative di Aci Catena. Un caso più unico che raro. Nel Comune commissariato dall’ex procuratore capo di Catania Vincenzo D’Agata – a seguito dell’inchiesta che ha colpito l’uscente Ascenzio Maesano – i dem schierano ai nastri di partenza non soltanto una lista con il simbolo, ma addirittura una coalizione di centrosinistra senza particolari spaccature interne. Sul candidato sindaco Francesco Petralia convergono, infatti, tutti i pezzi da novanta del territorio: dagli ex articolisti Luca Sammartino, Valeria Sudano e Raffaele Nicotra a Concetta Raia, dal segretario regionale Fausto Raciti a Anthony Barbagallo. E dello stesso schieramento farà parte Nicola D’Agostino, che ha già incassato la designazione di Pippo Sciacca per la carica di vice sindaco in quota Sicilia Futura. Una compattezza – forse inattesa – che ha spinto anche il centrodestra a rinserrare i ranghi. Giovanni Pulvirenti – ex assessore legato al deputato acese di Forza Italia Basilio Catanoso – ha fatto un passo indietro a pochissimi giorni dalla presentazione delle liste, per convergere sulla candidatura dell’ex sindaco Nello Oliveri, uomo di destra. Il prevedibile testa a testa tra Petralia e Oliveri vedrà come terzo incomodo il pentastellato Bartolo Tagliavia, sostenuto anche in questo caso da un’unica lista e dalla deputata Ars Angela Foti. Il quarto candidato, a sinistra del Pd, è Basilio Orfila.