L'accordo di programma, stipulato a Palazzo delle Aquile consentirà l'utilizzo di un fondo relativo alla legge quadro del '97. Salierno: «Prevede di intervenire a favore di quei giovani che hanno infranto le norme penali e che hanno dai 14 ai 18 anni o da 18 a 25 nel caso in cui abbiano commesso un reato prima di essere maggiorenni»
Minori, arrivano 3,2 milioni per infanzia e adolescenza Ciulla: «Strumento politico che sbloccherà interventi»
È stato stipulato a Palazzo delle Aquile l’accordo di programma che consentirà l’utilizzo del fondo da tre milioni e 200mila euro per interventi su infanzia e adolescenza. L’importo si riferisce agli anni 2014-2016 ed è stato siglato dal sindaco Leoluca Orlando, dalla dirigente Rosalba Salierno per il centro di giustizia minorile, da Maurizio Gentile dell’osservatorio dispersione scolastica per la Sicilia, dall’azienda Asp di Palermo e, per la prefettura, dalla dirigente Giusy Scaduto.
«Il primo accordo di programma relativo alla legge quadro sull’infanzia del1997 è stato poi rinnovato nel 2001 – spiega l’assessora Agnese Ciulla – questo è uno strumento politico che consentirà di portare avanti diverse azioni. Abbiamo subito un taglio drastico, basti pensare che nel 2010 il fondo prevedeva 12 milioni di euro l’anno». Palermo è tra le 12 città d’Italia a beneficiare del fondo che, nel caso del centro di giustizia minorile «Prevede di intervenire a favore di quei giovani che hanno infranto le norme penali – spiega la dirigente Rosalba Salierno – e che hanno dai 14 ai 18 anni o da 18 a 25 nel caso in cui abbiano commesso un reato prima di essere maggiorenni. Tra le attività in cui abbiamo investito e a cui teniamo c’è un progetto di giustizia riparativa». «Questa è la premessa per evitare che le istituzioni siano divise, impedendo a un minore di accedere a un servizio», aggiunge il sindaco.
Secondo Mariangela Di Gangi, rappresentante al tavolo per il terzo settore dell’infanzia e adolescenza, c’è ancora tanto da fare sull’erogazione dei fondi: «Tra gli ostacoli che hanno inciso, le procedure anticorruzione, che hanno complicato tutto impedendo all’amministrazione di essere celere, per cui spesso i soggetti interessati perdono la regolarità contributiva – spiega – Tre milioni e 200mila euro sono la quota stanziata relativamente agli anni 2014-2015-2016, soldi che finora non sono stati spesi e che con questo accordo finalmente possono essere erogati. Secondo noi la scelta giusta sarebbe procedere con una logica di accreditamento, come succede per le comunità alloggio dei minori, dando così con continuità il servizio. È molto grave che in questi anni questa città non abbia avuto dei servizi per l’infanzia, perché vuol dire lasciare i ragazzi alla strada».