Migranti, terrorismo e mafia: l’impegno di Alfano  «Sono in corso verifiche sul Comune di Corleone»

L’emergenza migranti, l’apertura a breve di un nuovo hotspot a Pozzallo, la presenza di quattro nuovi caccia in Sicilia e le verifiche nel Comune palermitano di Corleone. Questi alcuni dei temi affrontati ieri pomeriggio dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, durante una vertice in Prefettura a Palermo con tutti i prefetti dell’Isola. Obiettivo: fare il punto della situazione sullo stato della sicurezza nel territorio della regione. Tra i temi più scottanti impossibile non affrontare quello legato alla minaccia del terrorismo e a una eventuale partecipazione del nostro Paese a missioni di guerra. La scelta di destinare quattro apparecchi della Difesa da ieri nell’aeroporto militare di Trapani Birgi non è passata inosservata e ha sollevato molte perplessità che Alfano, in parte, ha tentato di fugare. Per il ministro dell’Interno, infatti, i velivoli sul territorio siciliano non sarebbero in alcun modo la prova di «un’azione imminente. L’aeroporto di Trapani – afferma – è sicuramente strategico per la sua collocazione ma non c’è alcun nesso tra questa scelta e un intervento militare». 

Il ministro, quindi, ha ricordato che l’Italia fa parte di una coalizione internazionale pronta a sfidare il terrorismo e che la Sicilia convive da sempre con una posizione strategica ma «l’Isola è all’altezza di questa sfida perche fa parte di un Paese che sa che non si possono abbassare i livelli di attenzione». Insomma, al momento non è prevista alcuna azione di guerra ma non si può escludere che possa accadere. Passando al tema immigrazione, il ministro ha elogiato lo sforzo della Sicilia che ancora una volta «si è sobbarcata il principale elemento di fatica del territorio nazionale con 104mila sbarchi su 150mila a livello nazionale». Una situazione che vede le prefetture siciliane «protagoniste» e che regge l’intero sistema nazionale. 

Ma nonostante l’impegno profuso sul territorio siciliano, l’emergenza non può dirsi conclusa e nell’occhio del ciclone sono finiti più di una volta gli hotspot, i centri già esistenti e attrezzati per identificare i migranti. Recentemente, la prima cittadina di Lampedusa, Giusi Nicolini, ha puntato il dito contro queste strutture mettendone in discussione l’utilità e giudicandole inappropriate. A questo proposito, Alfano ha ribadito «il dovere di identificare i migranti seguendo le procedure europee e di sicurezza» annunciando, inoltre, l’apertura nel più breve tempo possibile dell’hotspot di Pozzallo. La riunione in Prefettura è stata anche l’occasione per chiedere «la massima vigilanza su infiltrazioni nei bandi di gara per l’assistenza e accoglienza dei migranti perché i mafiosi tentanto sempre di inserirsi».

E proprio sul versante del contrasto alla mafia sono arrivate le maggiori novità. Il ministro, parlando dei Comuni sciolti per mafia (tre nell’Isola: Giardinello, Scicli e Mazzarrà Sant’Andrea) ha rivelato che sono in corso verifiche ispettive a Corleone. Indagini il cui contenuto rimane riservato: «È in corso un accesso al Comune di Corleone – ha detto – è una decisione di queste ore, quando si avranno gli esiti potremo prendere una decisione». Un pensiero, infine, anche al magistrato simbolo della processo sulla trattativa Stato-mafia, Nino Di Matteo. Dopo l’arresto dell’avvocato Marcatajo, che ha svelato i retroscena relativi alla vendita di una trentina di box per conto della cosca dell’Acquasanta, per l’acquisto del tritolo destinato al pm, si sono fatte più pressanti le preoccupazioni per la sua vita. «Per la tutela del magistrato Nino Di Matteo – ha detto – ho sempre dato a questa prefettura una indicazione secca: no limits, ovvero non tenere conto in alcun modo di alcun limite né di spesa né organizzativo pur di proteggerlo. Così abbiamo sempre fatto e faremo per ogni magistrato in prima linea sul quale si ravvisi una necessità di tutela personale».


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