Sono gli attivisti della spagnola Open Arms a rendere noto il bilancio dell'ultima tragedia a largo della Libia, e a denunciare il ritardo dei soccorsi. È intervenuta la nave della Guardia costiera italiana dopo che un mezzo aereo aveva avvistato stamattina il gommone in difficoltà
Migranti, naufragio con 8 morti e decine di dispersi Ong denuncia: «Sono rimasti per tre ore in acqua»
Otto cadaveri, decine di persone scomparse, 86 recuperate ancora in vita. È il tragico bilancio, reso noto dalla ong spagnola Proactiva Open Arms, dell’ultimo naufragio a largo delle coste libiche. «I migranti sono rimasti tre ore in acqua», prima dell’arrivo della Marina italiana, è la denuncia degli attivisti. «Inizia la conta dei morti annegati nel Mediterraneo nel 2018», conclude nel tweet la ong. Continuano le ricerche dei dispersi.
L’allarme è scattato nella tarda mattinata, quando un mezzo aereo inserito nel dispositivo della missione europea Sophia impegnato nel controllo del Mediterraneo centrale ha individuato un gommone in difficoltà. L’imbarcazione era già semisommersa e si trovava a circa 40 miglia dalle coste libiche. Sono quindi scattati i soccorsi: nel punto indicato è arrivata nave Diciotti, della Guardia Costiera, assieme ad alcune unità della Marina Militare italiana. I soccorritori sono riusciti a salvare 85 persone e hanno recuperato i cadaveri di 8 migranti.
Secondo i dati del ministero dell’Interno, nei primi sei giorni del 2018 sono arrivate in Italia oltre 400 persone, di cui 333 salvati dal 1 al 4 gennaio. Nello stesso periodo dell’anno scorso furono 729 i migranti soccorsi. Complessivamente, nel 2017 sono arrivati in Italia 119.369 migranti, il 34,24% in meno rispetto al 2016 quando furono soccorse e assistite 181.436 persone.