Messina Denaro non si presenta al processo sulle stragi. La sua nipote avvocata ha rinunciato a difenderlo

Il boss Matteo Messina Denaro ha rinunciato questa mattina a comparire all’udienza del processo in cui è imputato come mandante delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, che si celebra a Caltanissetta. La corte ha comunicato che dopo la rinuncia del mandato della sua avvocata, la nipote Lorenza Guttadauro (che è la figlia di Rosalia Messina Denarola sorella del boss stragista arrestata la scorsa settimana) il boss stragista non è ha nominato un legale di fiducia. Per questo, gli è stato designato come difensore d’ufficio Calogero Montante. Anche lui, però, ha fatto subito presente di volere rinunciare al mandato facendo notare che ci sarebbe incompatibilità perché, in passato, è stato il difensore d’ufficio del falso pentito Vincenzo Scarantino, nel processo Borsellino quater e nel processo d’Appello e perché ricopre la carica di viceprocuratore onorario alla procura di Palermo. Scarantino è stato parte offesa nel processo che si è appena concluso a carico di tre poliziotti per il depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio. In passato aveva accusato, falsamente, alcune persone di essere mandanti delle stragi. E proprio per questo motivo erano stati indagati i tre agenti, accusati di avere costruito a tavolino le dichiarazioni del falso pentito. La corte d’Assise d’Appello si è ritirata per sciogliere la riserva e decidere in merito alla richiesta di rinuncia avanzata dal legale. E, al termine di una breve camera di consiglio, ha confermato la nomina d’ufficio dell’avvocato Montante.

Prima che l’ormai ex primula rossa di Cosa nostra scegliesse di avere la nipote al proprio fianco, a difenderlo in questo processo erano stati gli avvocati nominati d’ufficio Giovanni Pace e Salvatore Baglio. Per questa mattina, nell’aula del tribunale di Caltanissetta era stato predisposto il collegamento audio-video con il carcere de L’Aquila dove Messina Denaro è detenuto in regime di 41 bis. Ma, come era già successo alla scorsa udienza del 18 gennaio, fissata due giorni dopo l’arresto del boss che per trent’anni è stato latitante, la sedia è rimasta vuota. Stando a quanto emerso, Guttadauro avrebbe rinunciato alla difesa dello zio nel procedimento per le stragi del 1992 – in cui furono ammazzati i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme agli uomini della scorta – perché non avrebbe avuto il tempo di preparare la sua arringa.

«Considerato lo stato di salute dell’imputato, la paura è quella di non arrivare a un passaggio in giudicato della sentenza. Visto che un giudizio potrà essere in corso finché lui è in vita». È il timore che ha espresso l’avvocato di parte civile Felice Centineo. «Sulla nomina dell’avvocato Calogero Montante come difensore d’ufficio di Matteo Messina Denaro ravviso l’inopportunità ma non l’incompatibilità. La paura – aggiunge il legale – è che questo processo vada ancora per le lunghe e non escludo che Messina Denaro possa nominare un nuovo difensore di fiducia. A questo punto ripartirebbe tutto da zero, non il processo, ma un nuovo termine a difesa per poter studiare le carte».


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