Matteo Renzi vuole commissariare la Regione siciliana?

LA TESI E’ MOLTO MENO CAMPATA IN ARIA DI QUANTO SEMBRI. NE SONO CONVINTI LUMIA, CROCETTA E I DIRIGENTI DI MEZZO PD SICILIANO. CHE SONO TERRORIZZATI. ALLA BASE C’E’ UN ‘BUCO’ DA 1,5 MILIARDI DI EURO NEL BILANCIO REGIONALE 2014. MA CI SONO, SOPRATTUTTO, TANTE RAGIONI POLITICHE

Il segretario nazionale del PD, Matteo Renzi, vuole forse commissariare la Sicilia? La domanda è tutt’altro che oziosa. E ci sembra giusto lanciarla nel giorno in cui l’Assemblea regionale siciliana si accinge ad esaminare il Bilancio 2014 della Regione.
L’abbiamo già scritto la scorsa settimana e lo ribadiamo oggi: i problemi della manovra di quest’anno non riguardano la Finanziaria – che in un modo o nell’altro si può sempre ‘addobbare’ – ma il Bilancio, che presenta un ‘buco greco’ da un miliardo e mezzo (il riferimento alla Grecia è pertinente, perché il Paese di Socrate presenta un ‘buco’ di bilancio accertato pari a 1,4 miliardi di euro).   
La versione del Bilancio 2014 approntata dal Governo di Rosario Crocetta fa acqua da tutti i lati: c’è la ‘doppia contabilità’ sugli accantonamenti tributari (con il Governo regionale che dice: se Roma si prende dal nostro Bilancio 500 milioni di euro faremo un Bilancio e una Finanziaria così, se si prende un miliardo di euro faremo un altro Bilancio e un’altra Finanziaria: mai vista una follia contabile e giuridica del genere: almeno sui ‘numeri’ Crocetta è veramente un ‘rivoluzionario’…).
Tra l’altro, questi accantonamenti tributari, che dovrebbero aggirarsi tra 800 e 900 milioni di euro (tanto il Governo nazionale dovrebbe scippare il Bilancio 2014 della nostra Regione), sono diventati 148 milioni di euro.
Non va meglio per le regolazioni o regolamentazioni contabili, che dovrebbero essere 700 e che invece ammontano a 500 milioni di euro. Riduzione secca del 50 % dei Fondi di riserva: dovrebbero essere 700 e sono diventati 350.
Incredibile l’epilogo del Fondo di riequilibrio. E’ il Fondo chiesto lo scorso anno dalla Corte dei Conti per fronteggiare la montagna di residui attivi, ovvero dei crediti della Regione considerati di difficile esigibilità, se non inesigibili. Sono 3 mila miliardi di ‘sogni contabili’ che la manovra del Governo Crocetta punta in parte a eliminare, ma che in massima parte rimangono e vanno compensati con una sorta di fondo rischi: per l’appunto, il Fondo di riequilibrio.
Lo scorso anno il Governo, dopo l’avviso della Corte dei Conti, ha trovato in fretta e furia 90 milioni di euro. Ma nella manovra di quest’anno sono spariti anche questi! 
Fatti quattro conti, il ‘buco’ del Bilancio regionale 2014 ammonta a un miliardo e mezzo. Nonostante ciò, nei giorni di Natale, la Commissione Bilancio e Finanze ha approvato il Bilancio spedendolo in Aula. Poi, però, deve essere successo ‘qualcosa’: cosa?
Probabilmente Roma – o forse l’Ufficio del Commissario dello Stato, chissà – potrebbe aver fatto sapere che il ‘buco’ di Bilancio da un miliardo e mezzo non funziona. In pratica, c’è il rischio, piuttosto concreto, che il Bilancio, così congegnato – anzi, così mal congegnato – venga impugnato. Determinando la violazione persistente dello Statuto e lo scioglimento anticipato dell’Assemblea regionale siciliana.
E’ a questo che si riferiva, ieri sera il presidente della Regione, Rosario Crocetta, nel manifestare le sue preoccupazioni sulla manovra? Sono queste le perplessità manifestate ben prima del governatore Crocetta dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone? 
In questi casi, si sa, le vie da percorrere sono due: ridurre le spese e aumentare le entrate. Ieri sera il presidente Rosario Crocetta ha lanciato un messaggio: ha detto ai deputati dell’Ars che il momento è difficile, che non bisogna aumentare le spese, ma che bisogna ‘stabilizzare’ i precari.
Traduzione: a maggio si vota e non si può fare a meno dei voti dei 30 mila precari degli enti locali. Messaggio da vecchia politica rivolto al PD siciliano e nazionale.
Non è da escludere, però – e qui arriviamo al segretario nazionale del PD, Matteo Renzi – che i vertici del Partito Democratico, sulla Sicilia, abbiano fatto altre riflessioni. Che potrebbero essere sintetizzate in una domanda che, in queste ore, starebbe passando per le teste di Renzi e di uno dei suoi bracci operativi, il parlamentare nazionale siciliano, Davide Faraone: perché dobbiamo tenere in piedi ‘sto bordello in Sicilia?
I vari Crocetti, Lumii, Cracolici e via continuando non sono organici a Renzi. Certo, il senatore Lumia, in occasione delle primarie, ha mollato il Megafono – ormai in ‘sonno’ da mesi – e si è gettato con il Sindaco di Firenze. E la stessa cosa ha fatto Crocetta, che all’ultimo, forse pensando a un quasi pareggio Renzi-Cuperlo (maledetti sondaggi…), si è gettato con quest’ultimo per poi pentirsene: insomma, scene penose.
Non è da escludere, a questo punto, che Renzi – che a Roma tra qualche mese manderà a casa Letta e Alfano – d’accordo con Faraone, possa dire: chiudiamo ‘sto ‘bordello’ siciliano per un paio di mesi, ci liberiamo di ‘sti pesi morti, commissariamo la Regione siciliana, scegliendo noi i tre commissari previsti dallo Statuto siciliano e le elezioni europee in Sicilia li gestiamo noi.
Conti alla mano, mandando a casa Crocetta e tutta l’Assemblea regionale siciliana si risparmiano non meno di 7 milioni di euro al mese, circa 80 milioni di euro in un anno. Si sistemano un po’ di conti e poi si riparte da zero, con nuove elezioni. magari facendole coincidere con le elezioni politiche nazionali.
Fantapolitica? Certo è che i ‘ragazzi’ – cioè i 90 ‘califfi’ dell’Ars – sono preoccupati. Certo è che, nei giorni scorsi, al Governo Crocetta è arrivato il ‘siluro’ di Mila Spicola, componente della direzione nazionale del PD. “La Sicilia non può navigare sempre a vista” ha scritto la bella Mila. E Mila Spicola non molla un ‘siluro’ del genere senza prima essersi consultata con Faraone. Certo è che la Cisl – dopo l’inverecondo e innaturale scivolone con Mario Monti – è oggi schierata con Renzi. Mentre in Sicilia il segretario generale, Maurizio Bernava, da settimane spara a zero sul Governo Crocetta…

Ars, una Finanziaria schiava di Roma. Falcone: “Per i Comuni sarà un massacro”
Ars/ Tancredi (M5S): “La Sicilia non è in grado di sopportare il prelievo di quasi un miliardo da Roma. La manovra va rivista”


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