Mare Ionio denuncia Salvini per la direttiva ad navem «Dice il falso: se non scappa, vedremo chi ha ragione»

La ong Mediterranea saving humans ha denunciato il ministro dell’Interno Matteo Salvini per la direttiva cucita addosso alla nave Mare Ionio. «La querela che abbiamo presentato alla procura di Roma – spiega a MeridioNews il capo missione Luca Casarini – è per diffamazione e calunnia aggravata». Nel documento ad navem indirizzato a polizia, carabinieri, guardia di finanza, marina militare, capitanerie di porto e capo di Stato maggiore della Difesa, «si afferma che la nostra imbarcazione ha praticato attività illegali». Ad annunciare la querela è stato l’armatore Alessandro Metz in conferenza stampa alla Camera. «La nave dei centri sociali vuole denunciarmi, altra medaglia!», è la risposta che il leader della Lega ha postato sul proprio profilo Facebook.

«La direttiva – racconta Metz – presuppone un reato che avremmo commesso di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, che supera dieci anni di pena e quindi la calunnia diventa aggravata. Diffamazione perché la direttiva è stata pubblicata sul sito del ministero. Salvini non scappi dal processo e vedremo se la sua direttiva è legittima». È nelle considerazioni preliminari alle disposizioni che il ministro dell’Interno fa riferimento al salvataggio dei 49 migranti compiuto dalla Mare Jonio, lo scorso marzo, a 46 miglia dalla costa libica, e al successivo approdo al molo di Lampedusa. Vicenda per la quale il comandante Pietro Marrone e il capo missione Luca Casarini sono indagati dalla procura di Agrigento. 

«Denunciamo per entrare nel merito delle questioni – precisa l’armatore – Diamo l’opportunità al ministro di andare a fondo in un processo, se decide di non scappare. Può determinare in quel processo se quanto affermato da quella direttiva corrisponde al vero o meno. Ma se così non è ne deve rispondere». Secondo l’equipaggio della nave battente bandiera italiana, che nei giorni scorsi è ripartita dal porto di Marsala dopo essere stata dissequestrata, «è falso quanto si afferma nella direttiva: cioè che la Mare Ionio “nell’ambito di un precedente intervento in acque di responsabilità Sar non italiana, non ha ottemperato alle istruzioni di coordinamento Sar delle autorità estere (libiche) legittimamente intitolate ai sensi della normativa internazionale”». 

Altra falsità riportata nel documento sarebbe «che la Mare Ionio abbia “richiesto l’assegnazione del porto di sbarco alle autorità italiane in maniera strumentale, dirigendo la navigazione deliberatamente verso le coste italiane – ha proseguito l’armatore riportanto il testo della direttiva -, anche in assenza di ogni autorizzazione o presupposto di legge al riguardo, nonostante la consapevolezza del comandante […] che non sussistessero i presupposti per investire le autorità italiane”». Metz ritiene «calunniosa e falsa», infine, anche l’accusa di avere voluto deliberatamente portare i migranti in Italia.

«Ci è stata fatta una diffida dal salvataggio e soccorso sistematico: la Mare Ionio – ricorda Metz – è una nave commerciale che agisce anche con un monitoraggio di quanto succede nel Mediterraneo, attivando i soccorsi se ci sono imbarcazioni in situazione di stress. Se non ci sono strutture in grado di intervenire, l’armatore e il comandante mai si sottrarranno alle normative internazionali, alle leggi del mare e a quelle dell’umanità, che vuol dire salvare le persone a rischio di annegamento». 


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