C’è anche il referente di Matteo Messina Denaro nella provincia di Agrigento tra gli arrestati nell’operazione contro la mafia dei pascoli: si tratta di Pietro Campo, il 72enne boss della famiglia di Santa Margherita di Belice, già in carcere con una condanna definitiva a 14 anni. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Campo sarebbe stato uno dei pochissimi nell’Agrigentino ad avere […]
Mafia dei pascoli ad Agrigento, arrestato il referente di Messina Denaro: insieme in un video
C’è anche il referente di Matteo Messina Denaro nella provincia di Agrigento tra gli arrestati nell’operazione contro la mafia dei pascoli: si tratta di Pietro Campo, il 72enne boss della famiglia di Santa Margherita di Belice, già in carcere con una condanna definitiva a 14 anni. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Campo sarebbe stato uno dei pochissimi nell’Agrigentino ad avere il compito di interpretare i pizzini di Messina Denaro. A confermare il legame tra Campo e l’ormai ex primula rossa di Cosa nostra ci sarebbe anche un video.
Si tratta di immagini registrate dalle telecamere nascoste il 7 dicembre del 2009: nei filmati si vede un fuoristrada con a bordo due persone – una delle quali secondo gli investigatori è proprio Messina Denaro – transitare in una zona di campagna. Un terreno che fa parte dell’azienda agricola di Pietro Campo in contrada Gulfa, tra Santa Margherita di Belice e Torre Pandolfina, nel territorio di Sambuca di Sicilia. A indicare Campo come referente di Messina Denaro sono stati anche due pentiti: Antonino Giuffré e Maurizio Di Gati, con quest’ultimo che ha riferito del ruolo di Campo come interprete dei pizzini del mafioso di Castelvetrano. Secondo alcuni appunti ritrovati nel covo di Bernardo Provenzano, a tenere i contatti con la mafia agrigentina tra il 2005 e il 2006 furono Filippo Guttaduro e Leo Sutera, indicati rispettivamente nei pizzini con 121 e il prof.
Nell’operazione di oggi sono indagate sei persone, cinque sono stati arrestati. La misura a carico di Campo è stata notificata direttamente in carcere. Le altre quattro, invece, sono state invece eseguite durante la notte. In carcere sono stati portati Giovanni Campo (33 anni); Piero Guzzardo (45 anni) e Pasquale Ciaccio (di 58 anni) Ai domiciliari invece è stato sottoposto il 42enne Domenico Bavetta. L’inchiesta, che ha portato alla luce un giro di estorsioni e legami mafiosi mai spezzati, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e sviluppata sul campo dallo Sco, dalla Sisco di Palermo e dalle squadre mobili di Agrigento e Palermo.