Presentato il libro sulla fortunata storia del "Barone". Racconto di una vita tra L'Aquila Rugby e la Nazionale
Lo Cicero, poesia del sacrificio
«Sarai sicuramente in paradiso visto che quaggiù giocavi in prima linea». Recita così un proverbio gallese che esalta lo spirito di sacrificio dei piloni. Lo stesso spirito che ha animato Andrea Lo Cicero, con il contributo del giornalista di La7, Paolo Cecinelli, a raccontare la propria storia nel libro Il Barone, unautobiografia. Il libro, edito dalla Baldini Castoldi Dalai, è stato presentato al Palazzetto dei Nobili dai due autori, accompagnati dallassessore comunale alla Cultura, Maurizio Dionisio e dal docente di filosofia, Giorgio Tentarelli.
Il libro racconta la fortunata storia del Barone, dalladolescenza nella sua Catania a oggi, passando per lesperienza in Francia con la maglia dello Stade Toulousain, senza poi trascurare nazionale e Barbarians.
Singolare lincipit che elenca tutti gli infortuni che il pilone ha subito in campo. «Cinquantacinque punti in testa, di cui ventuno solo a un orecchio. Sei dita rotte. Quattro costole. Un gomito. Spalle lussate a volontà e una clavicola fratturata. Distorsioni varie alle gambe. Un collaterale rotto e una sublussazione del ginocchio. Uscite dal campo per infortunio: nessuna».
Una premessa che è la sintesi di uno spirito che Lo Cicero stesso definisce «la poesia del sacrificio».
La storia di Lo Cicero si intreccia con LAquila. «Mi trovo molto bene in questa città», ha dichiarato il Barone alla presentazione: «sono stato accolto alla grande sin dallinizio, venendo da fuori, posso apprezzare la qualità della vita di questo centro, forse ancora meglio degli abitanti stessi».
Lo Cicero si è espresso bene anche nei confronti dellAquila Rugby, rappresentata dal vice-presidente Walter Marola, ma non da giocatori e mister, impegnati in allenamento. Il pilone, non ha escluso però la possibilità di un altro ingaggio (si parla di club francesi come il Racing Paris). «Sono un giocatore professionista e quindi sono aperto ad ogni possibilità anche se apprezzo». Una pubblicazione stimolante, per Cecinelli che si è trovato a raccontare la storia di Lo Cicero in un momento di transizione dal rugby pane e frittata al professionismo.
«Sono un ex giocatore, un mediano di mischia», ha commentato, «non avrei mai pensato di poter riuscire a scrivere per cinque mesi con la testa di un pilone. Se ci sono riuscito, significa che il rugby sta veramente cambiando».