Immagini di volti, di espressioni quotidiane. Scatti che raccontano, esprimono e uniscono. Sta per partire il progetto Librino-Kabul, su iniziativa di Antonio Presti, il creatore della Porta della Bellezza
Librino, dalla creta alla foto
Dopo la Porta della Bellezza, un nuovo progetto per Librino. Dalla creta alla foto, lo scopo, come afferma l’ideatore Antonio Presti, è sempre lo stesso: «ribaltare completamente il quartiere con tre parole chiave: sacrificio, dono e condivisione». In una Librino che spesso, troppo spesso, è abbandonata a se stessa, dove i politici vengono a fare propaganda più che fatti concreti, finalmente c’è qualcuno che cerca di dare piuttosto che ricevere. Rispetto alla Porta della Bellezza, la cui inaugurazione fu una vera e grande festa per l’intero quartiere, si cambia forma di espressione: dalla creta si passa alle fotografie. Saranno 100 bambini del quartiere ad imprimere su pellicola posti e persone che fanno parte della loro vita, coadiuvati da alcuni fotografi siciliani, da alcuni studenti universitari e dal noto fotografo iraniano del National Geographic, Reza Deghati.
Oltre ad essere un fotografo di fama internazionale con una lunga carriera alle spalle, Reza è anche notevole sotto il profilo umano. Circa dieci anni fa in Afghanistan ha aperto una scuola di comunicazione, all’interno della quale si insegnano i primi rudimenti del video, del giornalismo e della televisione. Si insegna a comunicare, insomma. Questa scuola è diventata fondamentale in un paese sprovvisto di significativi apparati comunicativi, e i giornalisti di oggi escono da queste strutture create da Reza. Con questo progetto si uniscono, quindi, Librino e Kabul, due realtà lontanissime, ma che hanno in comune la speranza di un futuro migliore.
«L’idea nasce con e per Librino, quindi ho in mente di coinvolgere tutti, – ha dichiarato Antonio Presti – non solo le scuole ma anche le associazioni che operano nella zona. Vogliamo tutto il quartiere». E Francesco Ruggeri, uno dei fotografi professionisti che coadiuverà Presti nel progetto, precisa: «Ai ragazzi verrà fatta una vera e propria scuola di fotografia, chiaramente a diversi livelli, e ognuno di loro riceverà una macchina fotografica con la quale poter andare in giro a raccontare il proprio ambiente. Inoltre – ha aggiunto Ruggeri – nonostante sia nato tutto puntando sulla fotografia, abbiamo trovato diversi artisti multimediali che potranno rivelarsi utilissimi con le loro diverse esperienze e capacità».
Il progetto di Presti ha una fisionomia precisa: «Una volta realizzate tutte le fotografie ho in mente di creare delle installazioni esterne, delle gigantografie e di organizzare proiezioni sui palazzi del quartiere – ha spiegato –. Ci sarà chiaramente anche una mostra, che si terrà nella piazza dell’elefante e sarà personalmente curata da Reza; poi verranno coinvolte tutte le attività commerciali che ospiteranno le foto e le opere della mostra, creando così un museo diffuso. Infine, tutte le foto verranno stampate e donate alle famiglie, tornando così a casa sotto forma di opera d’arte».
L’obiettivo è raccontare Librino con gli occhi dei bambini che ci abitano e raccontare anche le loro vite, le persone a loro care. Per conoscere di più un quartiere che sale agli onori della cronaca solo quando succede qualcosa di negativo. Questa, invece, vuole essere un’occasione per invertire la tendenza e finalmente parlarne in positivo, almeno per un po’. C’è anche un’altra speranza, confessa Presti: «Quella di dare una scossa all’economia del quartiere, inducendo all’acquisto le persone che entrano in queste attività».
Ci sarà anche l’apporto di alcuni studenti universitari delle facoltà di Lingue e Letterature Straniere e Lettere e Filosofia di Catania, che patrocineranno l’evento. Gli studenti saranno divisi in gruppi e seguiti da docenti. «L’auspicio – ha affermato Ruggeri – è che ogni studente alla fine di questo percorso produca un lavoro tanto corposo da poter diventare una tesi di laurea».