L’aperitivo/ … e Marco Forzese rimase ‘a dritta ‘a dritta…

Nel mare magnum della web informazione circola un’affannosa quanto titanica disperata impresa, dare una sorta di salvagente politico al primo e fino ad oggi unico caso di un presidente di commissione dell’Assemblea regionale siciliana sfiduciato dalla maggioranza dei colleghi deputati  con il naturale conseguente scioglimento della stessa Prima Commissione (Affari istituzionali). 

Naturalmente tutta la nostra ironia è rivolta all’ex presidente della Prima Commissione, Marco Forzese, e al suo paladino che, dalle colonne di un periodico, conduce una martellante quanto solitaria  difesa del suddetto ex.

Non tragga in inganno la voce fuori dal coro del fantasioso difensore, perché Forzese neanche per un secondo lo si può accostare a vittima sacrificale di malcelati gruppi di potere,  essendo lui stesso un navigato dinosauro discendente diretto di preistorici padrinaggi politici di non eccelsa caratura.

Senza andare troppo a ritroso nel tempo, ricordiamo ai nostri  lettori che l’onorevole Marco Forzese, al quale la consecutio temporum sembra un canale per le previsioni meteo, fu nominato presidente in quota Udc, salvo poi, more solito, cambiare casacca, tentando disperatamente di approdare al Megafono circuendo, senza riuscirvi, l’onorevole Nino Malafarina, costituendo, dopo altri vani tentativi, insieme con altri eletti profughi scappati da altre formazioni politiche, il gruppo che pomposamente ha chiamato Democratici Riformisti Sicilia (DRS ) .

FORZESE: “A PALERMO CLIMA INQUIETANTE”, scrive Forzese ed enfatizzano i suoi fans.

“Il casus belli è legato alla riforma che ha portato alla cessazione delle Asi e alla costituzione dell’Irsap con a capo Alfonso Cicero. Uno schieramento composito… che ha mosso un attacco di inaudita violenza al Presidente Cicero…e al Presidente della Commissione Affari Istituzionali dell’Ars, l’on. Marco Forzese… Ma perchè tanta opposizione verso l’Irsap?”.

“Una riforma vera, fortemente voluta dagli imprenditori siciliani guidati dal Presidente Antonello  Montante e sostenuta dal Presidente Rosario Crocetta insieme con l’assessore Linda Vancheri. Un progetto con uomini e donne cristallini e concretamente trasparenti che non piace alla vecchia politica e che ha spaccato trasversalmente l’alleanza di governo”.

“Da qui l’aggressione al Presidente Crocetta, le intimidazioni gravissime a Cicero, le minacce a Forzese, tutte condotte che consentono di rintracciare un denominatore comune: fermare l’azione di rinnovamento in Sicilia per mantenere equilibri intoccabili.”

Pensiamo che quanto riportato possa bastare. Siamo dell’avviso che  Giorgio Cavaliere – questo il nome del difensore – dietro cui si cela una mente raffinatissima e sopraffina, non abbia fatto tutto quel panegirico nello stesso stato mentale di Lewis Carroll, autore di Alice nel paese delle meraviglie, che pare scrivesse sotto l’effetto di sostanze oppiacee.

Niente affatto . Nessuna sostanza per il nostro “Giorgio Cavaliere”.

Non mi dilungherò più di tanto sulla chiara, netta e cristallina, posizione del nostro giornale su Cicero, Confindustria e compagnia cantando, rimandando al link “Il ‘caso’ Gregory Bongiorno di Trapani? Il tentativo di Confindustria Sicilia di occultare i propri fallimenti nel Governo regionale”.

Salire sul carro dei vincitori è lo sport Nazionale con il maggior numero di praticanti, e la Mente Sopraffina Catanese, fiuta che i giochi ai posti di potere  e sotto governo sono aperti.

Potere e risorse residuali regionali si vanno spostando sull’asse  Palermo-Catania-Caltanissetta, con una sorta di movimento pendolare.

Il Governo rivoluzionario del Presidente Crocetta sia negli assessorati che nelle strutture di servizio del governo soggiace alla legge del pendolo, il moto del quale è armonico se il peso politico delle tre città è equilibrato.

Per sistemare questo equilibrio politico, ogni tanto sono necessari aggiustamenti, alle volte anche curiosi, così capita che ad un assessore tecnico sia assegnato un capo di gabinetto squisitamente politico, già senatore, recentemente nominato segretario regionale dell’UDC.

Ora potete mai immaginare che per il coma politico di Forzese, la decadenza dalla presidenza della Prima Commissione una vera e propria Waterloo, non si stiano approntando le sale di rianimazione?

Stiano tranquilli portaborse, portatori d’acqua, collettori di voti: l’onorevole Forzese non vi lascerà orfani, un altro incarico tecnico o politico, non ha importanza, lo raccatterà; altri cinque o seimila euro al mese, oltre all’indennità di sedicimila mensili o forse più per la deputazione, riuscirà a racimolarli.

Pensate che siamo rosicati dall’invidia per non essere noi al suo posto? Forse! Siamo certi che non cambieremmo idea sull’immoralità di prebende così elevate per ricoprire una carica pubblica, anche se nel posto ci fossimo noi.


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